mercoledì, 1 Maggio 2024

Gaza, bombardato l’ospedale Al-Ahli: si contano più di 500 vittime. Saltato il vertice previsto a Tel Aviv con Biden.

Non sono ancora state chiarite le circostanze dell'attacco, ma le vittime sono centinaia e la situazione sanitaria è ormai al collasso. La Presidente dell'Unione Ursula Von der Leyen dichiara il massimo sostegno verso gli israeliani tanto quanto verso i palestinesi. Alla luce della tragedia la Giordania ha annullato il summit previsto per oggi con il Presidente Biden.

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Intorno alle ore 19 della serata di ieri, martedì 17 ottobre, un raid ha colpito l’ospedale al-Ahli Arabi di Gaza City, dove numerosi civili si erano rifugiati, sperando di essere al sicuro. Il responsabile dell’accaduto non è ancora stato individuato con certezza:le autorità palestinesi e Hamas hanno accusato Tel Aviv, il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha detto essersi trattato di un razzo male indirizzato dell’organizzazione islamica Jihad– gruppo radicale della Striscia. Il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in un comunicato stampa, ha ribadito che l’esercito israeliano è estraneo ai fatti, attribuendone la colpa ai “terroristi barbari di Gaza”. Il portavoce del Jihad Islamico, d’altra parte, ha negato qualsiasi responsabilità da parte degli uomini del gruppo. Finora le analisi dei video disponibili sono risultate inconcludenti, portando a interpretazioni contrastanti e non definitive. In particolare, un video verificato dai media internazionali- tra cui anche il New York Times- mostra il momento esatto dell’esplosione, ma nell’oscurità della notte non si distingue da cosa essa sia stata innescata. Poco dopo nel cortile dell’ospedale si è tenuta una conferenza stampa-organizzata dal Ministero della Sanità palestinese– dove le fotografie hanno mostrato uno scenario disperato: medici intervistati in mezzo a pozze di sangue, cadaveri sparsi a terra, alcuni anche di bambini, strazio sul volto dei sopravvissuti.

Il dottor Ghassan Abu Sittah, che al momento dell’impatto si trovava in sala operatoria, ha rilasciato alcune parole al Guardian: “stavamo operando, di colpo si è sentita una grossa esplosione e il soffitto della stanza è crollato”. Il dottor Ziad Shehadah, anch’egli presente, ha descritto ad Al Jazeera il dramma degli sfollati, che si erano recati presso la struttura ritenendola immune dai bombardamenti. Avevano lasciato le loro case, i loro ultimi affetti, per poi incontrare la morte poco dopo nell’unico posto dove avrebbero dovuto essere al riparo. Nella mattinata di oggi, mercoledì 18 ottobre, il Ministero della Salute della Striscia ha reso noto che, a causa dell’elevato numero dei feriti e della scarsa disponibilità dei medicinali, alcuni pazienti hanno subito operazioni senza anestesia, bloccati sul pavimento e nei corridoi. Il portavoce del Ministero, il palestinese Shraf Al-Qudra, ha parlato di una situazione “indescrivibile”. “Gli equipaggi delle ambulanze stanno ancora rimuovendo parti di corpi- ha aggiunto- la maggior parte delle vittime sono donne e bambini”. Le capacità delle squadre mediche e delle ambulanze non sono sufficienti per fare fronte a questa sconvolgente emergenza. Secondo le prime stime le persone rimaste uccise sarebbero state tra le 200 e le 300, ma Hamas ha comunicato che si tratterebbe di più di 500.

Le reazioni internazionali sono giunte rapidamente. I Ministri degli Esteri della Turchia e dell’Egitto hanno denunciato l’accaduto come un atto “incivile” e una “violazione pericolosa” del diritto umanitario internazionale, mentre il Ministro degli Esteri saudita ha rivolto il suo sdegno verso Tel Aviv, parlando di uno “spregevole crimine israeliano”. Iran, Qatar e Giordania si espresse in modo pressoché analogo. Il primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, ha sottolineato che “il diritto internazionale deve essere rispettato in tutte le situazioni, e non è accettabile colpire un ospedale”. Dall’Unione Europa, tramite le parole di Von der Leyen, è arrivato un messaggio di massimo sostegno tanto verso gli israeliani, che hanno il diritto di difendersi, quanto verso i palestinesi, che soffrono per le azioni dei terroristi di Hamas.

Nella giornata odierna il grande atteso è il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che avrebbe dovuto incontrare i leader di Giordania, Egitto e Palestina, ma il vertice è stato annullato. Il Ministro degli Esteri giordano, Ayman Al-Safadi, ha confermato che la Giordania continuerà ad offrire il suo supporto diplomatico al fine di fermare la guerra. Fino a che non ci saranno le condizioni per raggiungere concretamente questo obiettivo- e i fatti di ieri sera lo fanno sembrare quanto mai distante- la Giordania non ha intenzione di convocare un nuovo summit. Al momento grande preoccupazione è sollevata anche dal possibile coinvolgimento del Libano, al confine con il quale alcune forze militari israeliane sono state attaccate nella notte. A questo riguardo l’Alto Rappresentante dell’UE, Josep Borrell, intervenuto nella plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, ha dichiarato la necessità della più scrupolosa attenzione. “Questa guerra sta purtroppo portando verso un conflitto tra il mondo musulmano e il mondo cristiano e non possiamo permetterlo”. Fermezza, umanità, coerenza e impegno politico: secondo Borrell questi dovranno essere gli strumenti per uscire dalla crisi e stabilire una pace duratura.

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