lunedì, 29 Aprile 2024

Terremoto in Marocco, il bilancio delle vittime sale a 2862: accettati i primi aiuti internazionali ma solo da 4 Paesi

Il bilancio delle vittime dovute al sisma non accenna a diminuire, si sfiorano i 3mila morti e altrettanti feriti. Parigi smentisce qualsiasi lite con il Governo marocchino, mentre l'UE stanzia un milione di euro di aiuti umanitari. Alcune comunicazioni sono arrivate anche dai turisti italiani bloccati sul complesso montuoso dell'Atlante. "Stiamo provando a scendere piano piano...ma c'é un'altra frana".

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Dopo le prime drammatiche valutazioni dei danni causati dal sisma di venerdì sera, il Marocco imperversa in una situazione di gravissima emergenza. Nelle ultime ore il bilancio delle vittime è salito alla cifra di 2862 persone, almeno 2562 i feriti, di cui la maggior parte gravi. Tra le aree più colpite vi sono le province di Al Haouz con 1452 vittime, Taroudant con 764 e Chichaoua con 202. Successivamente le province di Ouarzazate con 38 morti, Marrakech con 18, Azilal (11) e Agadir (5). A Casablanca si sono segnalati 3 decessi.

Come già reso noto, Rabat ha comunicato di aver accettato il soccorso di soli quattro Paesi: Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Ad essersi attivata per offrire supporto alla nazione è anche l’UE, che ha provveduto a stanziare un finanziamento iniziale di 1 milione di euro in aiuti umanitari, come confermato dal Commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenaric. La Commissione Europea ha comunicato di aver monitorato attentamente la situazione e di essere rimasta in costante contatto con le autorità marocchine. Sulla stessa linea di azione, i Paesi membri sono stati contattati per un confronto sul possibile invio di squadre di intervento, se il Marocco lo ritenesse necessario. Dal 9 settembre è stato inoltre attivato il sistema satellitare Copernicus dell’UE, di modo da fornire servizi di mappatura di emergenza.

Riguardo alla mancata accettazione degli aiuti dalla Francia, storicamente molto vicina al Marocco, la Ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna – intervistata da BFM Tv – ha respinto qualsiasi ipotesi di controversie con Rabat, seppure nell’ultimo periodo tra i due Governi vi fossero state alcune tensioni. La Ministra ha esplicitato la volontà di “rispettare” i criteri di intervento del Marocco, in quanto “Paese sovrano”, che ha deciso di “dare la priorità all’arrivo degli aiuti, rivolgendosi ai Paesi disponibili caso per caso e non ricevendo aiuti che non corrisponderebbero alle sue necessità”. Non manca anche il contraddittorio, come quello dell’esperta Sylvie Brunel, intervistata da BFM Tv: “Re Mohamed VI vuole mantenere l’autorità sul Paese. È anche una forma di orgoglio nazione“. Secondo il commento dell’ex direttrice dell’associazione umanitaria Action contro la Faim, nonché geografa alla Sorbona e specialista di Africa e questioni di sviluppo e carestie, “Rabat vuole dimostrare che è sovrana, capace di pilotare i soccorsi e non comportarsi come un Paese povero devastato che tutti vanno pietosamente a soccorrere”. Questo al fine di porsi come interlocutore alla pari dell’Europa, aspirando il passaggio dallo status di Paese emergente a quello di potenza regionale.

Alcune comunicazioni sono arrivate anche dai turisti italiani bloccati sul complesso montuoso dell’Atlante. “Stiamo provando a scendere piano piano…ma c’é un’altra frana”, queste le parole di una turista italiana all’Ansa, mentre lei e la sua famiglia si trovano da due giorni sul Tizi n’ Test, isolato da una doppia frana in ambedue le direzioni. Due giorni fa erano arrivate alcune ruspe per cercare di liberare la strada e permettere il passaggio delle auto, ma per ora è difficile dire quando la carreggiata sarà agibile. Il grande assente durante le operazioni di soccorso è stato ed è tuttora il monarca, che non ha visitato le zone colpite dal terremoto nel Sud del Paese. “Il terremoto di maggiore intensità della storia del Marocco aspetta ancora Mohamed VI”, questo il titolo sferzante de El Pais da Marrakech. Il sovrano è rientrato a Rabat sabato pomeriggio, dopo una visita privata a Parigi, in cui si trovava dal 1 settembre, ma in realtà era dal mese di giugno che mancava dalla capitale, spostandosi tra varie residenze estive. Nello stesso giorno, il Capo del governo Aziz Ajanuch ha preso parte ad una riunione sull’emergenza e le conseguenze del sisma sulla popolazione, tenutasi nel palazzo reale di Rabat e presieduta dal re appena atterrato.

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