venerdì, 26 Aprile 2024

Cop27, attivisti chiedono dichiarazione di emergenza sul clima. E a Biden: “Mostraci i soldi”

Nella giornata delle Decarbonizzazione, che vedrà sul podio anche interventi di lobbisti dei combustibili fossili, è attesa la conferenza stampa del Presidente Biden. L'accoglienza non sarà delle migliori, come dimostra lo slogan che sta girando tra i giovani attivisti: "Mostraci i soldi". Bloccato all'aeroporto del Cairo il ricercatore italiano Giorgio Caracciolo.

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Le contraddizioni e le incoerenze globali sull’argomento clima sono comparse anche nel programma della Giornata della Decarbonizzazione: oggi è previsto infatti l’intervento di almeno due amministratori delegati di aziende del settore dei combustibili fossili, riportando quindi alla luce il caso del numero record di esponenti delle lobby presenti quest’anno alla Cop27, contribuendo ad alimentare le proteste. Nella giornata di ieri si sono alzati cori che intonavano “Keep it in the ground, let’s keep in in the ground“, cioè “Lasciate le fonti fossili nel sottosuolo”. Questa richiesta è continuata anche nella mattina di oggi quando gli attivisti hanno manifestato per richiedere ai leader mondiali di fare fede alla promessa di trattenere i combustibili fossili laddove si trovano naturalmente. Ma non solo: viene chiesto di formulare una dichiarazione di emergenza climatica e di impegnarsi economicamente. È necessario infatti finanziare gli interventi di riparazione necessari per i danni e le perdite di cui soffrono i Paesi meno sviluppati. Perché sono le Nazioni più deboli quelle che pagano il conto economico e di vite umane più alto, nonostante siano paradossalmente le meno responsabili del riscaldamento globale.

Proprio il meccanismo “Loss and Damage”, che stabilisce il grado di responsabilità con cui un Paese ha contribuito al riscaldamento globale e determina di conseguenza l’ammontare dei risarcimenti da corrispondere, è stato sia ieri che oggi un altro tema al centro delle manifestazioni. “Basta bla bla bla, Loss and Damage ora” cantavano nella giornata del 10 novembre i giovani attivisti, richiamando le modalità di critica che Greta Thunberg, grande assente della Cop27, aveva utilizzato per descrivere l’ultima edizione della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel novembre 2021. Il primo obiettivo delle manifestazioni odierne su questo tema è il Presidente Biden, che sarà in visita oggi alla Conferenza, dove incontrerà anche il suo pari egiziano Abdel Fattah El-Sisi e interverrà in una conferenza stampa prevista per le 17:15 locali (15:15 ora italiana).

Il Presidente Biden tra spinta alla transizione e risarcimenti

L’amministrazione Biden ha riportato gli USA nell’Accordo di Parigi nel gennaio 2020, dopo l’uscita voluta da Donald Trump solo tre mesi prima, e dal suo insediamento ha ottenuto l’approvazione del più grande pacchetto di spesa per il clima nella storia americana, che consiste in 369 miliardi di dollari riservati alla transizione energetica e che potrebbe ridurre le emissioni serra statunitensi del 40%. Ma il Presidente Biden arriva anche rappresentante di un Paese da sempre restio sulla questione dei risarcimenti del Loss and Damage ai Paesi più deboli. Ed è proprio questo il punto su cui battono le manifestazione di questa mattina e senza tanti giri di parole: “Show us the money, “Mostraci i soldi” è quello che chiedono quattro giovani attiviste, Dominika Lasota, Precious Kalombwana, Vanessa Nakate e Mitzi Jonelle.

Le proteste parlano anche italiano

Sono le 2:30 di mattina all’aeroporto del Cairo e sono appena stato informato da un ufficiale egiziano che non sono benvenuto nel Paese e non mi lasceranno entrare. Con la Cop27 in corso, il regime egiziano ha aperto le sue porte al mondo, ma ne ha tenute alcune chiuse“. Inizia così il Tweet di Giorgio Caracciolo, Manager di Dignity, associazione contro le torture e ricercatore del Danish Institute against torture, una delle associazioni che monitora la situazione dei diritti umani in Egitto. E continua twittando: “Mentre Alaa Abdelfattah sta morendo in carcere e migliaia di prigionieri politici sono tenuti dietro le sbarre in condizioni disumane e degradanti, a Sharm l’Egitto ha offerto una  fotografia della realtà a cui nessuno dei partecipanti alla Cop27 ha creduto“. E si chiede retoricamente il motivo di questo stop: “O sarà perché sono italiano e si teme che possa consegnare le notifiche di processo ai 4 alti ufficiali che sono a processo in Italia per la tortura e la morte del ricercatore di Giulio Regeni. O arrivare a capire dove si trovano, visto che l’Egitto ha solamente offerto ostruzionismo. O sarà perché temono che si chieda la responsabilità internazionale e l’accusa del crimine commesso dagli ufficiali di Stato egiziani“.

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