venerdì, 26 Aprile 2024

F1, si torna a Suzuka in casa della Honda: statistiche e curiosità del GP del Giappone

Si torna in Giappone, nella casa della Honda. Particolarmente amato per la sua particolare forma, su questo tracciato si sono decisi titoli e consumate battaglie come quella tra Senna e Prost o Hakkinen e Schumacher.

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Secondo appuntamento consecutivo con la F1, che rimane in Oriente e si avvicina all’ultima parte della stagione. Dopo l’appuntamento con Singapore è il turno di Suzuka, che, come accaduto per la capitale indonesiana, riabbraccia il Circus a tre anni di distanza dall’ultima volta.
Siamo in casa della Honda, il che ci riporta alle prime e mitiche battaglie sul finire degli anni ’80 tra Prost e Senna, in quello che di fatto è uno degli appuntamenti più romantici del calendario.

Uno sguardo su Suzuka

Suzuka è una città di 197mila abitanti appartenente alla prefettura di Mie. La sua storia inizia nel 1889, quando durante il periodo Meiji il popolo passò dall’essere una società feudale, a rischio colonizzazione da parte delle potenze occidentali, a specchio di una Nazione moderna e industrializzata che si proponeva come potenza emergente.
Suzuka oggigiorno è resa celebre, oltre che dal circuito, anche dalla presenza delle fabbriche di Sharp e Honda. La città è rinomata per le rovine di Ise Kokubun-ji e Ise Kokufu, così come per l’Università Internazionale e l’Università di Scienze Mediche.
Quanto a fuso orario, Suzuka è avanti di sette ore rispetto all’Italia.

Un giro nel circuito di Suzuka

Il tracciato nasce sul finire degli anni ’50: la Honda ha necessità di effettuare i suoi test e costruisce un circuito all’interno di un parco giochi. Terminato nel 1962, negli anni è diventato uno dei palcoscenici più belli del calendario dato il suo aspetto singolare.
È infatti l’unico tracciato a forma di “8” con sottopassaggio e cavalcavia; è lungo 5.807 metri ed è composto da 18 curve. Al di là della rilevanza estetica, è uno degli appuntamenti più complessi dell’anno, con la particolare conformazione della pista che va a discapito dei sorpassi.
Il cronometro record in gara appartiene a Lewis Hamilton, 1’30″983 nel GP del 2019; nelle qualifiche dello stesso weekend Vettel fece segnare il miglior tempo del circuito, 1’27″064.

La prima edizione del GP valevole per la F1 risale al 1987; da allora si è corso ininterrottamente fino al 2006. Dopo un’interruzione di due anni, torna nuovamente nel calendario nel 2009 e ci resta fino al 2019.
Qui sono stati assegnati i titoli mondiali di Piquet nel 1987, Senna nel 1991, Hill nel 1996, Hakkinen nel 1998 e 1999 ed infine a Schumacher nel 2000 e nel 2003. L’edizione del 2015 fu invece segnata dalla triste e tragica morte del giovane pilota francese Jules Bianchi. Questa dolorosa pagina del motorsport fece sì che si sviluppasse l’Halo, un sistema di protezione per i piloti attraverso una barra curva posta al di sopra della loro testa.

Albo d’oro e statistiche del GP del Giappone

Il GP del Giappone conta 35 edizioni, di cui quattro disputate a Fuji, le prime due e quelle del 2007 e 2008, con le restanti in pianta stabile a Suzuka. In terra nipponica hanno vinto piloti di otto nazionalità diverse, con l’Inghilterra che regna incontrastata grazie a nove successi, ossia il 25% delle edizioni.

L’Imperatore del Giappone è Michael Schumacher, capace di trionfare sei volte e di collezionare otto pole, quattro giri veloci e nove podi. Subito dietro troviamo Hamilton e Vettel, che nella scorsa decade hanno dato vita a battaglie mozzafiato, con cinque vittorie per l’inglese e quattro per il tedesco.
Situazione complessivamente più variegata per le scuderie, con la McLaren a spiccare grazie al maggior numero di vittorie e podi per costruttore. Vittorie e podi per motore sono invece affare della Mercedes; Ferrari che primeggia per numero di pole e punti costruttore.

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