venerdì, 26 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, Lavrov all’Onu: “L’Occidente è parte del conflitto”. Mosca: “Dopo la mobilitazione 10mila russi arruolati”

Il quotidiano Maariv ha fatto sapere che Israele sta studiando un piano per accogliere l'ondata di ebrei in fuga da Mosca. La Norvegia "ha sospeso l'accordo sulla semplificazione dei visti russi". La Finlandia ha reso noto di voler fermare il transito di persone provenienti dalla Federazione. Blinken all'Onu: "Non possiamo permettere che Putin continui a fare a pezzi l'ordine internazionale".

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Gli occhi del mondo sono tutti puntati sulla dichiarazione di mobilitazione parziale per 300mila riservisti annunciata dal presidente Vladimir Putin ieri, 21 settembre, e sulla conseguente emigrazione dei cittadini russi. Il quotidiano israeliano Maariv ha fatto sapere di una consultazione straordinaria avvenuta oggi tra i ministri degli Esteri, delle Finanze e dell’Immigrazione e i rappresentanti della Agenzia Ebraica, per fare in modo che venga accolta l’ondata di ebrei in arrivo dalla Russia. La Norvegia “ha sospeso temporaneamente l’accordo sulla semplificazione del regime dei visti”, siglato nel 2007 con Mosca. La notizia è stata diffusa dall’Agenzia per la migrazione di Oslo in un comunicato ufficiale, citato poi dal giornale norvegese Barents Observer. Anche la Finlandia, il Paese in cui da ieri continuano a riversarsi fiumi di cittadini russi, ha fatto sapere di non voler chiudere l’ingresso ai turisti moscoviti, ma che sia necessario cercare di contenere ed eventualmente fermare il transito di persone provenienti dalla Federazione. Lo ha reso noto la premier finlandese Sanna Marin, citata dai media locali; per ora non è stato spiegato quali tipi di misure verranno prese.

Blinken: “Non possiamo permettere a Putin di fare a pezzi il mondo”

Non possiamo permettere che il presidente Vladimir Putin continui a fare a pezzi l’ordine internazionale“, così si è espresso il segretario di stato americano Antony Blinken nel corso del Consiglio di sicurezza dell’Onu sul conflitto in Ucraina. “Putin ha scelto di raddoppiare l’aggressione. Non ha scelto di fermare la guerra ma di espanderla, ha scelto un’escalation con la minaccia nucleare e di annettere altri territori con i referendum”, ha aggiunto.

Cina: “Sovranità territoriale dei Paesi sia rispettata”

La sovranità territoriale di tutti i Paesi deve essere rispettata“, ha affermato il rappresentante cinese, parlando al Consiglio di sicurezza dell’Onu. In questa sede Pechino ha presentato ben “quattro proposte” per arrivare a un accordo: in primo luogo la ricerca di un “dialogo senza pre-condizioni”, poi “lavorare insieme per la de-escalation e per creare le condizioni per un accordo politico”. In terzo luogo la Cina ha annunciato di voler “favorire gli interventi umanitari”, mentre tutte le indagini per verificare la violazione dei diritti umani avverranno “senza essere politicizzate”. Dopodiché, al quarto punto, Pechino ha proposto la “stabilizzazione economica”, tentando di “aiutare l’esportazione di grano russo e ucraino”. “La Cina non starà a guardare il conflitto in Ucraina né getterà benzina sul fuoco“, ha chiosato Wang Yi, ministro degli Esteri cinese, dinanzi a Josep Borrell, rappresentante per le Politiche Estere e di Sicurezza dell’Unione Europea. “Continueremo a svolgere il proprio ruolo a modo suo, sosteniamo l’Ue e i principali Paesi europei a continuare a mediare attivamente e fare ogni sforzo per la pace”.

Lavrov: “Ucraina è Stato nazista totalitario”

“L’Occidente è parte del conflitto in Ucraina. Gli Usa e i loro alleati con la connivenza delle organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno coperto i crimini del regime di Kiev. L’Ucraina è diventata uno Stato nazista completamente totalitario“. Così si è espresso il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov al Consiglio di Sicurezza Onu. “Kiev vieta le proteste, reprime il dissenso, canali televisivi sono stati chiusi allo scopo di non consentire nessun punto di vista alternativo, giornalisti vengono perseguitati”, ha aggiunto. Intanto il Governo russo ha reso noto come in 24 ore quasi 10mila persone, siano uscite dalla Federazione, presentandosi volontariamente per arruolarsi sul suolo ucraino. La notizia è stata resa nota dallo Stato maggiore russo e confermata dal portavoce Vladimir Tsimlianski.

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