mercoledì, 8 Maggio 2024

Strage in Birmania, attacco aereo su una scuola di Myanmar: almeno 11 bimbi uccisi e 15 dispersi

Venerdì 16 settembre in Birmania si è consumata una strage senza precedenti su una scuola in un monastero buddhista. Due elicotteri militari dell'esercito birmano hanno mitragliato l'edificio, uccidendo almeno 11 bambini; secondo l'Unicef ci sono almeno 15 piccoli dispersi.

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Lo scorso venerdì 16 settembre nel Myanmar, in Birmania, si è consumata una strage senza precedenti in una scuola sita in un monastero buddhista, nel villaggio di Let Yer Kone, nella regione centrale di Sagaing. Due elicotteri militari Mi-35 dell’esercito birmano hanno mitragliato l’edificio, uccidendo almeno 11 bambini, ferendo gravemente 14 studenti e tre professori. Pare che due piccoli abbiano perso la vita quando i soldati hanno iniziato a sparare via terra nella zona. Il bilancio è stato reso noto dall’Unicef che ha spiegato come almeno 15 piccoli siano attualmente dispersi. “Le scuole devono essere sicure. I bambini non devono mai essere attaccati”, si legge nella nota dell’organizzazione internazionale.

I militari birmani: “Attaccata la scuola perché base usata dai ribelli”

I militari birmani hanno cercato di giustificare il raid spiegando che quella scuola era usata come base dai ribelli per sferrare nuovi colpi; i cittadini che hanno assistito al brutale attacco hanno affermato che si sarebbe trattato di una rappresaglia da parte dell’esercito. Le truppe hanno trasportato i feriti in un ospedale a Ye-U, mentre i corpi dei piccoli sono stati cremati nel cimitero dello stesso villaggio il giorno dopo. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver soccorso dei bambini senza braccia e gambe. “All’interno della scuola c’erano pozze di sangue. Pezzi di carne erano sparsi dappertutto, sui ventilatori, sui muri e sul soffitto. I genitori non avevano i corpi dei loro figli e non hanno potuto celebrare i funerali”. Così si è espresso un abitante di Let Yer Kone. Al momento il Governo birmano non ha ancora aperto inchieste sul caso, in quanto sta cercando di capire quale battaglione sia responsabile della strage; stando alle forze ribelli, si tratterebbe del commando di fanteria leggera 701 con base a Hmawbi di Yangon.

Madre di un bimbo: “Mio figlio con problemi di salute picchiato a morte”

“Quando i soldati sono arrivati nel nostro villaggio – ha detto la madre di una bambina deceduta -, ci siamo nascosti dietro alcuni arbusti. Mio figlio con gravi problemi di salute non è riuscito a nascondersi da solo nelle vicinanze. I militari lo hanno trovato e picchiato a morte. Dal mio nascondiglio ho sentito il rumore di qualcuno che veniva ucciso”. La situazione in Birmania è rovente dal febbraio del 2021, da quando i soldati hanno estromesso il Governo eletto di Aung San Suu Kyu. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha documentato fino a questo momento circa 260 attacchi a scuole e sul personale educativo.

Washington contro le “atrocità sui civili” in Birmania

Intanto gli Stati Uniti hanno già affermato di avere in programma nuove sanzioni contro le “atrocità sui civili” commesse dai militari birmani. Gli Usa stanno cercando di attuare una nuova stretta sul potere birmano. “Dopo l’Olocausto, gli Stati Uniti hanno definito solo sette genocidi. Oggi abbiamo individuato un ottavo genocidio. I membri della giunta birmana hanno commesso un genocidio e crimini contro l’umanità nei confronti dei Rohingya“, si legge sul profilo Twitter del capo della diplomazia americana Antony Blinken. I Rohingya sono un gruppo musulmano che risiede in Myanmar nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh; si tratta di abitanti poverissimi non riconosciuti da alcun Paese, tra i più perseguitati al mondo. Al momento sono circa 850mila i Rohingya che sono stati costretti a nascondersi nei campi del Bangladesh, mentre altri 600mila sono ancora in Birmania.

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