Continuano senza sosta le ricerche da parte dei Vigili del Fuoco nel tentativo di ritrovare Mattia, il bimbo di 8 anni ancora disperso dopo l’alluvione che ha colpito il Senigalliese la sera del 15 settembre. Il fango e i detriti hanno restituito le scarpe, sneakers da che il bambino indossava. Ieri, i pompieri avevano invece restituito lo zainetto del bimbo, trovato a circa 8 chilometri di distanza dal punto in cui era stato strappato dalle braccia della madre nel territorio di Castelleone di Suasa e trascinato via da un’ondata di acqua e fango. Questa mattina, martedì 20 settembre, le ricerche con sommozzatori e cani molecolari si sono concentrate in un’ansa del torrente Nevola, dove c’è una strettoia, poi si sono spostate più a valle.
Procuratrice di Ancona: “Mancata l’allerta della regione ai comuni”
“Le indagini sono in una fase molto iniziale, tutte le ipotesi ricostruttive sono prese in considerazione. Dal punto di vista della dinamica degli eventi quello che si riscontra in questo momento è che non c’è stata un’allerta da parte della Regione nei confronti dei Comuni“. Queste le parole della procuratrice capo della Procura di Ancona Monica Garulli a proposito dell’inchiesta sull’ondata di maltempo che ha devastato il Senigalliese, provocando 11 vittime, due dispersi e ingenti danni economici.
La procuratrice ha poi proseguito: “La principale preoccupazione della Procura è di assicurare fonti di prova che possano essere di ausilio nella ricostruzione dei fatti – ha spiegato Garulli – Ci sono acquisizioni documentali, ci sono anche acquisizioni testimoniali, tutto quello che può concorrere a ricostruire esattamente l’evento del 15 settembre“.
Monica Garulli ha poi concluso: “Questa volta le vittime hanno interessato principalmente i Comuni a monte del fiume Misa diversamente dal 2014, quando le vittime erano nel centro abitato di Senigallia”. Quanti ai tempi dell’inchiesta, saranno “compatibili con l’accertamento dei fatti e anche con un’esigenza di risposta. Cercheremo di fare il meglio in questo senso“.