venerdì, 26 Aprile 2024

“Il sole d’argento”, in uscita il terzo libro di Leonardo Mastìa: “Napoli è lo specchio della vita bellissima e indolente”

La terza opera dell'avvocato penalista battipagliese Leonardo Mastìa dal titolo "Il sole d'argento", Cairo Editore, sarà disponibile in tutte le librerie fisiche e online il 6 settembre 2022. Nel romanzo si intrecciano le vite di Terenzio, giovane carabiniere, e Don Mimì, carismatico truffatore dal cuore tenero, sullo sfondo di una Napoli autentica sempre in penombra.

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C’è un posto nel mondo in cui il sole si fa caparbio, fende vicoli e sottani, illuminando di una patina argentea i panni stesi tra pezzi di cielo: Napoli. Questa è l’immagine che campeggia sulla copertina del nuovo libro di Leonardo Mastìa, “Il sole d’argento“, edito da RCS- Rizzoli Corriere della Sera di Milano, con il marchio Cairo, in uscita il 6 settembre 2022 e disponibile da quel giorno in tutte le principali librerie fisiche e online. Si tratta della terza opera dell’avvocato penalista, battipagliese di adozione e calabrese di nascita, dopo l’autobiografico “Il viale degli Angeli. Boulevard Sérurier“, edito Guida, e il testo di condanna al disastro umano e ambientale della terra dei fuochi “Nebbie“, edito NPE.

La trama

Nell’ultimo romanzo in uscita si intrecciano le vite di Terenzio e Don Mimì, sotto la penombra delle lenzuola tese nei quartieri napoletani; i percorsi dei due protagonisti si contaminano d’emozioni, per poi dividersi e ricongiungersi alla fine del ciclo narrativo. Il tutto si srotola assieme a parole d’inchiostro sullo sfondo di una Napoli di struggente bellezza che insegna con grande sagacia e ironia a non aspettarsi mai nulla dalla vita, a sapersi sorprendere dei gesti di chiunque, ad andare oltre abiti e pregiudizi per riscoprirsi simili, umani, seppur dall’altra parte della barricata. Terenzio, acerbo carabiniere originario della Sila che presta servizio in una caserma del centro storico della città partenopea, ragazzo semplice, squarciato nell’anima da un invadente senso di colpa e dai fantasmi del passato. Don Mimì, detto il parigino, pettinato e carismatico truffatore con l’aria da guappo del rione, ma pregno di una generosità disarmante nei confronti di chi vive ai margini; basta un cenno, un saluto garbato per entrare nelle sue grazie.

Un’inchiesta giudiziaria per camorra fa incrociare i loro sguardi, punto chiave che sconvolge irrimediabilmente i loro destini, scaraventandoli lontano da Napoli, nella profonda Padania, a Roma e tra i profumi di cedro della Costiera Amalfitana; ma il richiamo di Partenope è così forte da tornarci, “tra persone disperate, senza soldi, senza lavoro, senza speranza, a volte spergiure per necessità, ma sempre accoglienti e generose“. Il giovane uomo dell’Arma, impacciato e logorato dal lutto mai superato del fratellino, si ritrova a far parte della squadra che arresta come il più pericoloso dei mafiosi Don Mimì, reo di essere un bonario traffichino in abito gessato benvoluto nei suoi quartieri. Il Fato o forse proprio Napoli – moira che intesse, tira e recide il filo delle vite – fa ritrovare i protagonisti decenni dopo, in una casa di riposo in cui Terenzio è chiamato a svolgere un’evacuazione per maltrattamenti su anziani e disabili; tra le vittime dell’ospizio vi è un vecchio gracile e malato Don Mimì, privo ormai di quel guizzo amabile che affascinava tutti.

Mastìa: “Napoli è la mia fonte di ispirazione, nasconde segreti in chiaroscuro”

Le esistenze dei due scorrono a occhio nudo tra le pagine, come fossero pellicole di un film magistralmente girato da Mastìa, sempre attento ai dettagli, ai colori, alle descrizioni di ogni singolo tumulto o quieta resa, senza mai abbandonare il suo stile pulito che regala agilità alla storia. L’avvocato ci ha spiegato perché abbia scelto l’ossimoro “sole d’argento” per intitolare l’opera: “Napoli è da sempre la mia fonte d’ispirazione, il suo mare, la sua gente, i rioni, gli odori; una città che nasconde misteri, vive di segreti e fatalismi, tarli che emergono sotto una prospettiva di chiaroscuri, come se fossero proprio trafilati da una luce argentea. Napoli è lo specchio dell’esistenza di ciascuno di noi, bellissima, ma imperfetta e indolente“.

 

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