venerdì, 26 Aprile 2024

Donne sfruttate e costrette a vendersi: affari “a gestione familiare” per 130mila euro l’anno. Due arresti

Una coppia è stata arrestata per favoreggiamento e e sfruttamento aggravato della prostituzione ad Imperia. In un anno, l'attività illecita avrebbe fruttato 130mila euro.

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Sarebbero cinque le donne, tutte cittadine cinesi senza documenti e domiciliate a Milano, sfruttate da una coppia che dal capoluogo lombardo le portava a Imperia per farle prostituire in un appartamento del centro, in via De Sonnaz. Una donna cinese di 47 anni e il suo compagno italiano, di 62 anni, sono stati arrestati dai militari della Guardia di Finanza con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione. Nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Francesca Bugané Pedretti, c’è anche un’altra persona coinvolta: il titolare dell’appartamento utilizzato per gli incontri a luci rosse. L’uomo è indagato ma ancora a piede libero. L’immobile, invece, è stato sequestrato.

L’indagine

Secondo le ricostruzioni delle Fiamme Gialle, la coppia ha messo in piedi un’attività che in meno di un anno avrebbe fruttato circa 130mila euro. Le ragazze, venivano fornite agli arrestati da una vera e propria organizzazione che garantiva la rotazione delle donne. Le prestazioni fornite ai clienti e i relativi prezzi erano gestite tutte dalla 47enne.

I due indagati sottoposti a misura cautelare trattenevano la metà dei “guadagni” delle donne sfruttate. Il gip, a tal proposito, ha disposto il sequestro di denaro degli indagati per un valore di oltre 65mila, parte degli incassi trattenuta dagli sfruttatori. Pare che l’attività illecita, come documentato dalle investigazioni, non abbia subìto battute di arresto nemmeno nel periodo in cui erano in vigore, a causa della diffusione del COVID- 19, prescrizioni igienico – sanitarie e limitazioni alla circolazione delle persone tra Regioni.

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