venerdì, 19 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, Michel chiama Putin: “Cessate il fuoco per Pasqua ortodossa”. Mosca insiste: “Mariupol in mano nostra”

Michel a Putin: "Guerra inaccettabile, il nostro sostegno va all'Ucraina. Chiediamo tregua per la Pasqua ortodossa. Organizzare incontro con Zelensky". Putin dice no: "Kiev ostacola l'arresa delle truppe a Mariupol. Ai negoziati troppa incoerenza". Mosca: "La tregua inizierà quando l'armata ucraina alzerà bandiera bianca".

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“Ho chiesto l’apertura immediata di corridoi umanitari da Mariupol e dalle città assediate, in particolare in occasione della Pasqua ortodossa”. Con questo tweet, condiviso dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, si riassume in poche parole il focus della telefonata intercorsa oggi con il leader russo, Vladimir Putin. I temi centrali su cui Michel ha basato la conversazione sono stati le questioni umanitarie, chiedendo un “cessate il fuoco umanitario” almeno in occasione dell’imminente Pasqua ortodossa. Il presidente del Consiglio Ue ha sottolineato nuovamente la posizione dell’Unione europea facendo leva “sull’inaccettabilità della guerra”, “dettagliando” le spese che sono state imposte alla Russia con le sanzioni attuate per l’attacco a Kiev e “ribadendo l’incrollabile” sostegno all’Ucraina e alla sua “integrità territoriale”. Michel ha presentato a Putin anche la sua visione delle “perdite e degli errori di valutazione commessi dalla Russia”, sperando di “penetrare il vuoto informativo che potrebbe esistere intorno a Putin”. Su esplicita volontà del presidente ucraino, Michel ha chiesto al leader russo di interagire direttamente con Zelensky.

Le affermazioni di Putin

Dal canto suo, secondo quanto riportato dalla Tass, Vladimir Putin ha risposto a ogni accusa e richiesta del presidente Michel. Il leader russo ha denunciato “le dichiarazioni irresponsabili dei rappresentanti del Consiglio europeo relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina” e ha accusato Kiev di ostacolare l’arresa delle truppe ucraine a Mariupol. “Tutti i militari delle forze armate, i miliziani dei battaglioni nazionali e i mercenari stranieri che abbassano le armi avranno garantita la vita, un trattamento decente in base al diritto internazionale e cure mediche”, ma “il regime di Kiev non permette che questa opportunità venga usata”. Putin ha inoltre incolpato “le leadership della maggior parte degli Stati membri Ue di incoraggiare una sfacciata russofobia, che si manifesta in particolare nei campi culturale, umanitario e sportivo”.

Riguardo invece l’incontro con Zelensky, la Tass riferisce: “Rispondendo all’appello di Charles Michel per un contatto diretto con Volodymyr Zelensky, il presidente della Russia ha ribadito la nota posizione in merito, rilevando che tale possibilità dipende, in particolare, dai risultati concreti dei negoziati in corso tra i rappresentanti russi e ucraini, durante i quali la parte ucraina mostra incoerenza e non è pronta a cercare soluzioni reciprocamente accettabili. Charles Michel ha informato dei contatti con la leadership ucraina durante il suo recente viaggio a Kiev. Vladimir Putin ha espresso le sue valutazioni in relazione all’operazione militare speciale per proteggere le repubbliche del Donbass.”

Le prese di posizione di Mosca

“Non c’è un briciolo di verità in queste affermazioni”. Con queste aspre parole, il portavoce del Cremlino Peskov ha respinto le dichiarazioni degli USA riguardo il fatto che l’esercito ucraino mantenga le posizioni a Mariupol, mentre Mosca continua imperterrita ad affermare che la città è sotto il proprio controllo. Intanto il generale russo Mikhail Mizintsev si è espresso a proposito della tregua umanitaria: “Inizierà quando le forze ucraine alzeranno le bandiere bianche lungo l’intero perimetro o alcune rotte che portano fuori da Azovstal. Non appena si vedranno, l’esercito russo e le forze della Repubblica popolare di Donetsk interromperanno i combattimenti e garantiranno un’uscita sicura verso i luoghi di incontro dei convogli umanitari”.

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