venerdì, 26 Aprile 2024

Reggio Calabria, concorsi pilotati all’Università Mediterranea: tra i 6 interditti anche il Rettore e il Prorettore Vicario

L’indagine è partita dalla denuncia di un’ex candidata al concorso per diventare ricercatore. Gli indagati non sono accusati solo di aver pilotato i concorsi, ma anche di aver usato le macchine di servizio e le carte di credito intestate all’Università per scopi personali.

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Sono state effettuate ordinanze di applicazione di misura cautelare personale interdittiva per 6 professori ordinari e 2 dipendenti dell’area amministrativa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, emesse dal GIP del Tribunale. Tra gli indagati ci sono il Rettore dell’Ateneo, colpito dalla misura interdittiva di 10 mesi, e il suo predecessore, l’attuale Prorettore Vicario, per cui il GiIP ha disposto 12 mesi di interdizione e il sequestro preventivo dal valore di circa 4mila euro. Per entrambi c’è il divieto temporaneo all’esercizio del proprio lavoro presso l’Università. Nei confronti di 23 persone, invece, la Guardia di Finanza sta dando esecuzione a perquisizioni domiciliari e di sistemi informatici/telematici utilizzati all’interno dell’Ateneo.

Le indagini

Le indagini sono partite da una denuncia di un’ex candidata, non risultata vincitrice, per il posto di ricercatore universitario. All’interno dell’esposto, la donna segnalava una condotta irregolare per quanto riguarda la procedura di valutazione comparativa per il posto. Dagli accertamenti è emerso che le condotte illecite commesse rientrerebbero in un arco temporale che va dal 2014 al 2020. Dopo la denuncia, stando a quanto è emerso dagli atti, l’esponente accusato pare abbia suggerito all’ex candidata di rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa e le avrebbe consigliato di “aspettare il proprio turno” per avere accesso a future opportunità all’interno del Dipartimento. Dai controlli è venuta fuori l’esistenza di un’associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università.

È emerso dalle indagini che questi comportamenti si manifestavano soprattutto in occasione delle varie procedure concorsuali e comparative, nella selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta accurata di componenti ritenuti “affidabili” e, di conseguenza, idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati sceltidirettamente” o dopo un’apposita “segnalazione”. Le diverse procedure hanno riguardato indistintamente qualsiasi tipo di posizione, dal ricercatore al professore per arrivare addirittura ad invalidare l’accesso ai dottorati di ricerca e ai corsi di specializzazione.

Le accuse

Gli indagati non dovranno solo rispondere delle accuse di associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falso ideologico e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, ma anche di molteplici irregolarità nella gestione delle risorse universitarie. Infatti, dai controlli è emerso che i soggetti indiziati avrebbero utilizzato sistematicamente le autovetture di servizio per finalità private e non per quelle istituzionali; avrebbero utilizzato anche le carte di credito intestate all’Università per pagare delle spese di natura prettamente personale. È venuto anche fuori che alcuni appalti di lavori edili di manutenzione dei locali universitari sarebbero stati assegnati senza una regolare procedura di gara e sulla base di false prospettazioni della realtà fattuale. L’operazione denominata “Magnifica” è analoga ad un’altra vicenda che ha interessato il Policlinico di Palermo che ha visto come protagonisti l’ex primario e sua figlia, finiti poi in carcere accusati per aver truccato i concorsi.

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