Finiscono ai domiciliari Gaspare Gullotta, ex professore universitario e direttore del Dipartimento di Chirurgia del Policlinico “Paolo Giaccone” e la figlia Elena, chirurgo plastico in servizio all’Ospedale Civico, accusati di aver truccato i concorsi per diventare professore ordinario al Policlinico di Palermo e non solo. Misure interdittive per altri 11 indagati.
Le indagini
L’indagine dei Carabinieri del Nas è partita da una denuncia nel giugno 2019 da parte di un concorrente escluso dal concorso. Fondamentali per le indagini sono state le microspie e le telecamere nascoste. Dall’audio sono emerse delle frasi scioccanti, si parlava di un “patto dell’alternanza” fra due “baroni” universitari per le nomine. I principali protagonisti in questo caso sono stati il Gullotta ed un altro indagato, Adelfio Latteri. Sono emerse altre intercettazioni, protagonista la Gullotta, che non riguarderebbero i concorsi truccati, ma altri episodi come quello di una falsa certificazione utilizzata “per incastrare un innocente”, come riporta un comunicato dei Nas. Il referto taroccato, infatti, “attestava falsamente delle lesioni subite dalla figlia” dell’ex primario, e venne allegato in una querela contro l’ex coniuge che è finito ingiustamente sotto inchiesta.
I “concorsi aggiustati”
I Nas rendono noto con un comunicato stampa che una complessa indagine ha fatto emergere una serie di condotte mirate a condizionare ed alterare l’esito della procedura selettiva per ricoprire i posti di professore universitario e/o ricercatori, favorendo i candidati legati a uno o all’altro complice seguendo il “patto d’alleanza” stipulato tra il Gullotta e il Latteri. Gli indagati avrebbero influito “sulle modalità di fissazione dei criteri di valutazione dei candidati e dei loro titoli”. Le intercettazioni hanno svelato anche che sarebbero stati inseriti “nei verbali di riunione delle commissioni, criteri di selezione più favorevoli ai candidati di loro gradimento” e per segnalare questi candidati, si pensa siano state inviate delle lettere in cui c’era il loro nome e ne veniva fortemente raccomandata la distruzione dopo la lettura.
Altre accuse, in diversi ambiti
C’è un capitolo relativo ad altri episodi, si tratta di interventi:l’ex primario di Chirurgia sarebbe stato inserito nei registri informatici delle equipe operatorie nonostante non fosse presente: “Veniva così attestata falsamente la sua partecipazione ad interventi chirurgici, compiuti in realtà da altri medici”, accusa la procura. Un’altra contestazione è quella che “essendo autorizzato a svolgere attività libero professionale in regime di intramoenia interna si sarebbe appropriato di somme di denaro comprese tra i 100 e i 200 euro, che costituivano i compensi pagati da 68 pazienti per visite eseguite tra luglio 2019 ed ottobre 2020, senza riversare all’azienda sanitaria la percentuale spettante”. C’è ancora un’altra accusa: “Utilizzando la sua rete di relazioni, l’ex primario avrebbe usato la sua influenza su alcuni sanitari compiacenti, per far rilasciare ai suoi due figli, entrambi medici, delle false attestazioni di malattia”.
I provvedimenti e altri 11 indagati
In mattinata dell’8 aprile sono scattati i domiciliari per i 2 principali indagati, padre e figlia, a vario titolo rispetto ai diversi episodi di cui sono stati protagonisti. La Procura ha chiesto ed ottenuto dal GIP altre misure interdittive per 12 mesi per altri 11 indagati, dovranno presentarsi periodicamente alla polizia giudiziaria. Tra questi c’è il successore del Gullotta, ovvero Latteri. Gli altri provvedimenti riguardano Giuseppina Campisi (professore ordinario e Direttore indirizzo Oncologico del Policlinico di Messina, commissario di concorso), Ludovico Docimo (odinario presso l’università Vanvitelli di Napoli e direttore della Undicesima Divisione di Chirurgia generale e dell’obesità presso il Policlinico, anche lui commissario di concorso), Vittorio Altomare (professore ordinario di Chirurgia generale e direttore dell’Uoc di Senologia del Policlinico Campus Bio-medico di Roma, commisario di concorso), Roberto Coppola (professore ordinario e direttore dell’Uoc di Chirurgia generale presso il Policlinico Campus Bio-medico di Roma, commisario di concorso). Le interdizioni sono scattate anche per i medici Leonardo Gulotta, Giuseppe Salamone, Antonino Agrusa, Giuseppe Di Buono e per l’infermiere Pio Sciacca. Vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione, peculato, turbata libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio. Finisce nell’indagine pure un infermiere del Policlinico, che in un’occasione “avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio presso la sede lavorativa”. Gli viene contestato anche di “aver prelevato dei medicinali dalla farmacia di un reparto, per cederli ad una terza persona”