venerdì, 26 Aprile 2024

Putin e il massacro dei civili ucraini. Questo non è un Uomo

I russi non stanno combattendo contro l'esercito. Stanno combattendo contro i civili. Ma gli ucraini continuano nella loro resistenza perché sanno che la grandezza dell'uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione

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Cadono bombe sull’Ucraina. Sulle case, sulle scuole, sugli ospedali. Sui civili. Quello che sta accadendo, ricorda il genocidio commesso dalla Russia nella guerra in Cecenia, in Siria, in Crimea. La disumanità del machiavellico Putin non conosce limiti. Non riconosce il diritto umanitario, il diritto internazionale. Nemmeno il diritto di scappare. Mosca viola continuamente i cessate il fuoco stabiliti per far scappare gli abitanti dalle città assediate. Žytomyr, Kiev, Sumy, Charkiv, Cherson, Irpin, Mariupol.

Mosca bombarda le città mentre i civili fuggono dal massacro. Colpisce gli autobus messi a disposizione per l’evacuazione. I punti di raccolta. Ha ucciso una mamma e i suoi due figli quando erano ad un passo dalla salvezza sperata. Ha distrutto un ospedale pediatrico. Donne incinte e bambini sono rimasti sotto le macerie. I cadaveri vengono ammucchiati nelle fosse comuni. Non c’è tempo per la sepoltura. A migliaia si rifugiano nei sotterranei, nelle metropolitane, nelle cantine. Come topi. Senza riscaldamento, senza elettricità. Ci sono pezzi di vita sparsi ovunque. Un libro bruciato, una foto stropicciata, una bambola spettinata, un maglione strappato, una tazza rotta. I russi non stanno combattendo contro l’esercito. Stanno combattendo contro i civili.

Ma l’Ucraina continua a resistere. Mentre le bombe cadono incessantemente sulle città, le mamme mettono al mondo i loro figli nei sotterranei delle metropolitane. Gli ucraini si sentono sempre più uniti. Continuano nella loro resistenza perché sanno che “la grandezza dell’uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione”.

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