venerdì, 26 Aprile 2024

Sanremo, Saviano e la mafia non “instagrammabile”

Standing ovation all’arrivo del super ospite, ma applausi tiepidi quando è andato via. Oltre al personaggio, che può piacere o no, non è arrivato il messaggio. Tutti coinvolti dai pettegolezzi sanremesi, dal politically correct fino alla nausea. Meglio repostare solo ciò che viene condiviso da tutti. Perché la mafia non va su Instagram.

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Il coraggio è sempre una scelta“, mentre “il silenzio favorisce la mafia e lascia da solo chi la combatte“. Parole, verrebbe da dire profetiche, di Roberto Saviano nel suo monologo al Festival di Sanremo 2022. Il discorso aveva come obiettivo ricordare il trentennale della morte di Falcone e Borsellino; dopo tutti questi anni, i tempi dovevano essere più che maturi e quindi avrebbero dovuto creare italiani più che consapevoli. In realtà, è servito solo a farci capire che in trent’anni non è cambiato quasi niente.

Niente, perché se durante la giornata si sono sprecati i commenti su Drusilla Foer che a detta di molti ha battuto dieci a zero Checco Zalone, piuttosto che sul saluto a Zia Mara per prendere punti al Fantasanremo, o ancora sulle immagini in loop del cameramen caduto maldestramente per riprendere Cesare Cremonini, nessuno o quasi, se non con asettici accenni, ha parlato dell’intervento di Saviano e del suo significato. E sì certo, si poteva storcere il muso perché l’ospitata serviva anche a mamma Rai per fare lo “spottone” e lanciare il nuovo programma proprio a cura dello scrittore, che debutterà a giorni su Rai 3; certo, sicuramente serviva a ripulirsi la coscienza e dire: “Okay, la quota per il sociale l’abbiamo coperta”. Ma non andava trattato come tale, perché sarebbe dovuto servire soprattutto a sollecitare il dovere atavico di turbarsi, di riflettere, e questo evidentemente non è accaduto.

Standing ovation all’arrivo del super ospite, ma applausi tiepidi quando è andato via. È il caso di dirlo, da brividi. Possiamo dare la colpa di questa freddezza al fatto che Saviano non piace a tutti; ma oltre al personaggio, non è arrivato il messaggio. Tutti troppo indaffarati per pensare, tutti incredibilmente coinvolti dai frivoli pettegolezzi sanremesi, dall’ergersi sempre e a tutti costi politically correct fino alla nausea, troppo presi da ciò che fa ricevere più consensi. E non fa niente se alla fine abbiamo sorriso sotto le mascherine per il trans brasilero di Checco, non lo diciamo troppo per non perdere la stima di qualcuno. Meglio repostare solo ciò che crea hype, ciò che viene condiviso da tutti.

La mafia, purtroppo, non è argomento abbastanza caldo evidentemente, non è instagrammabile, è addirittura noiosa, vista la platea sonnecchiante che si è ritrovato davanti Saviano alla fine del discorso. Se mentre si parla di morti uccisi per mano mafiosa gli italiani provano noia, il motivo è proprio quello detto dallo scrittore: “Il silenzio favorisce la mafia e lascia da solo chi la combatte“. Non solo, annulla le coscienze e si alimenta nel silenzio, diventa sempre più radicata e al tempo stesso invisibile, al punto di non lasciare traccia, esattamente come non ne ha lasciate il monologo di ieri sera. C’è bisogno davvero di “ricordare” nel senso etimologico del termine “rimettere nel cuore”, perché se quando si parla di mafia gli italiani diventano indolenti e disinteressati, c’è solo una spiegazione: la mafia ha già vinto su tutti.

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