mercoledì, 8 Maggio 2024

Tumore al seno, nel mondo ogni 74 secondi una donna perde la sua battaglia

Domenica 7 novembre ultima tappa della Race for the Cure, la più grande manifestazione per la lotta contro il tumore del seno, la neoplasia più diffusa in Italia, che colpisce soprattutto le donne tra i 50 e i 69 anni.

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Il 7 Novembre, Napoli si tinge di rosa per l’ultima tappa della Race for the Cure, la più grande manifestazione per la lotta contro il tumore del seno che quest’anno si è svolta a Roma, Bologna, Brescia, Bari, Matera e Pescara. Nel nostro Paese, la ripartenza della Race è un vero e proprio segnale di speranza per tutte le donne che stanno affrontando o affronteranno un tumore al seno; l’appuntamento che riunisce le donne e tutti i loro cari, per correre o camminare, è solo uno dei tanti pretesti per parlare della neoplasia più diffusa in Italia, che colpisce soprattutto le donne tra i 50 e i 69 anni. Nelle date della Race, nel Villaggio della Salute, allestito da Komen Italia, un’organizzazione basata sul volontariato, sono stati offerti esami gratuiti di prevenzione e laboratori per promuovere stili di vita sani. Vere e proprie giornate dedicate alle donne, in cui tutto si tinge di rosa. Un piccolo fiocco rosa, infatti, identifica le guerriere che hanno vinto o stanno lottando contro una delle peggiori sventure che possano capitare nella vita.

Secondo i dati del report “I numeri del cancro in Italia 2020”, a cura dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) e l’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM), il tumore al seno rappresenta il 30,3% di tutti i tumori che colpiscono le donne, con 54.976 nuove diagnosi all’anno. Semplici numeri, che in questo caso, però, “martellano le orecchie”. Ma a colpire più forte è stata la pandemia da Covid-19 che ha causato il rallentamento degli screening e le varie terapie; le stime d’incidenza del 2021 non sono ancora disponibili, ma verosimilmente le donne che quest’anno faranno i conti con il tumore al seno saranno 56mila, mentre i decessi stimati raggiungono quota 12.500. Nonostante la ricerca abbia fatto passi da gigante, nel mondo ogni 74 secondi una donna perde la sua battaglia contro il mostro rosa”; settantaquattro secondi, il tempo che si impiega a bere due caffè.

Tra i fattori di rischio detti non modificabili per il cancro al seno vi sono: l’età, una storia familiare o personale di tumore mammario, gli ormoni, un primo ciclo mestruale precoce, una menopausa tardiva e l’assenza di gravidanza, mentre i fattori di rischio modificabili sono legati a cattive abitudini alimentari che portano a sovrappeso e obesità e abuso di alcol. In Italia è possibile ridurre il rischio di ammalarsi, aderendo ai programmi di screening oncologico nazionale. Ogni 2 anni le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni dovrebbero eseguire la mammografia, che ad oggi rimane il metodo più efficace di diagnosi precoce, mentre a partire dai 25 anni è buona norma eseguire una semplice ecografia mammaria.

A contrario di quanto si possa pensare, il tumore al seno non è una malattia esclusiva dei Paesi sviluppati; a tal proposito l’Oms ha evidenziato che il 50% dei casi e il 58% dei decessi si verificano in Paesi con medio o basso reddito. La situazione peggiore, anche in questo caso, si registra in Africa: tre Regioni su cinque hanno raggiunto valori superiori al 40%. La ricerca non può permettersi battute d’arresto e, per questo, è fondamentale sostenere con donazioni AIRC (Associazione Italiana per la ricerca sul cancro), che con il suo team di ricercatori punta i riflettori sull’urgenza di trovare nuove cure. Necessario, dunque, è rendere il tumore sempre più curabile. Così la fondazione AIRC, anche quest’anno, scende in campo con “I Giorni della Ricerca” dal 31 Ottobre al 19 Novembre, per sensibilizzare la gente sul tumore del seno e con la campagna “È questo il momento” cercherà di mobilitare la collettività per accelerare la ricerca.

Tra gli appuntamenti, nelle giornate di venerdì 5 novembre, sabato 6 novembre, domenica 7, i campioni del calcio e le squadre della Serie A Tim scenderanno in campo al fianco di AIRC per indurre i tifosi a sostenere i giovani ricercatori, professionisti senza i quali la fervida ricerca degli ultimi anni sarebbe un mero sogno. Inoltre, grazie alla collaborazione con FIGC, i nostri Azzurri daranno il loro contributo schierandosi con AIRC, venerdì 12 Novembre in occasione dell’incontro di qualificazione ai Mondiali Italia-Svizzera. La speranza è quella che la maggior parte delle persone capisca che la ricerca e la prevenzione sono le uniche armi che si possono utilizzare per difendere la propria vita. Vita che tutte le donne hanno il diritto di vivere senza quel pericoloso “compagno” chiamato tumore.

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