venerdì, 26 Aprile 2024

Ddl Zan, mancano i numeri: si va verso la modifica. Martedì tavolo di confronto

Martedì si entra nel vivo della discussione, con il tavolo di confronto di Ostellari; intanto, in aula, dovrebbe esserci la decisione sul calendario di esame del ddl Zan.

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Sembra proprio che si apra la strada verso una riscrittura del testo del Ddl Zan, dopo che i renziani si sono defilati: sulla tanto dibattuta legge contro l’omotransfobia, ieri, hanno presentato modifiche al testo. Modifiche che, in realtà, mirano a sostituire la proposta Zan con il testo elaborato nella passata legislatura da Ivan Scalfarotto che naufragò. Ora, però, Italia Viva sembra essere sicura che questa sia la volta buona, soprattutto dopo la sollevazione del Vaticano contro il decreto, di cui si chiede una riformulazione a partire dall’articolo uno.

La legge contro l’omofobia, così come è stata approvata alla Camera il 4 novembre scorso, non è più “blindata”, senza quella ventina di voti che facevano la differenza e che ora vengono a mancare. I renziani segnano il punto: no al riferimento all’identità di genere; no all’articolo 4 sulla libertà d’espressione e religiosa; sì alle iniziative contro le discriminazioni nelle scuole, ma solo nel rispetto dell’autonomia didattica e, quindi, della libertà d’insegnamento delle scuole cattoliche paritarie come da Concordato.

Monica Cirinnà, responsabile diritti dem, definisce “ridicole le proposte renziane, – e insinua – cercano di prepararsi a future alleanze con il centrodestra“.
Esulta il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo: “Penso a questo punto ci sia una maggioranza parlamentare che vuole modificare il ddl Zan“.

Dai propri scranni replicano M5S e Pd: “Le proposte di modifica di Italia Viva sono veri cavalli di Troia“, sbotta la pentastellata Alessandra Maiorino. E Franco Mirabelli aggiunge: “non c’è un’altra strada se non il ddl Zan“, se davvero si vuole approvare una legge. Laura Boldrini replica: “Italia Viva sta proponendo lo svuotamento del ddl Zan”.

Contrattacca anche Alessandro Zan che scrive sui social: “Caro Davide (Faraone, ndr), abbiamo approvato insieme le unioni civili e abbiamo approvato insieme il ddl Zan alla Camera come sintesi condivisa di diverse proposte compresa quella di Scalfarotto. Rifare tutto significherebbe affossare la legge“. E Faraone controbatte: “Con la fiducia alla Camera la mettiamo in sicurezza, senza certezze sui numeri in aula al Senato e con i voti segreti l’affossiamo. Io voglio una legge contro le discriminazioni omotransfobiche, non mi accontento di essermi battuto. Su temi così sensibili e con il M5S balcanizzato impossibile avere certezze“.

L’ultrà leghista, il senatore Simone Pillon, apre alle proposte renziane: “Sono migliorative anche se non sono perfette – ma avverte – Non credo opportuno che il governo si occupi di un tema tanto divisivo, e che oltretutto non è nel programma“. E la forzista Licia Ronzulli, autrice con Salvini di un ddl anti-Zan: “L’incomprensibile intransigenza della sinistra ad approvare una norma condivisa contro l’omofobia rischia non solo di affossare il ddl Zan, ma di bloccare qualsiasi legge contro le discriminazioni“.

Martedì si entra nel vivo della discussione, con il tavolo di confronto di Ostellari; intanto, in aula, dovrebbe esserci la decisione sul calendario di esame del ddl Zan.

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