giovedì, 28 Marzo 2024

Tragedia del Mottarone, Eitan ha riaperto gli occhi. Trovato un secondo forchettone

Il piccolo Eitan, unico superstite della tragedia del Monterrone, è stato estubato e per pochi secondi ha riaperto gli occhi. I suoi compagni di classe pregano per lui, mentre Pavia proclama lutto cittadino.

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Giovanni La Valle, Direttore generale della Città della Salute di Torino, torna a dare, con le sue parole, un pizzico di speranza in mezzo a tutto il dolore che la tragedia di Stresa- Mottarone ha lasciato: “Il risveglio sta proseguendo e, poco fa, Eitan è stato estubato. Per un momento il piccolo ha ripreso conoscenza.

Lunedì il bimbo, ricoverato nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, si è sottoposto ad una risonanza magnetica che, per fortuna, non ha evidenziato nessun danno neurologico, né a livello celebrale, né a livello encefalico.

“Questa è una fase molto delicata”– dicono i medici del reparto. “La notte è passata tranquilla e conferma la stabilità clinica del bambino nonostante le condizioni critiche. Il fatto che siamo riusciti a estubarlo è un fatto positivo”. La prognosi resterà riservata e si aspettano le prossime ore per completare il risveglio. Eitan ha aperto, anche se per pochi secondi, i suoi occhietti. Quando li aprirà del tutto, non sarà solo: oltre a tutti gli psicologi, medici ed anestesisti dell’Ospedale, c’è sua zia Aya, sorella di suo padre, morto nella tragedia insieme alla moglie e al fratellino di due anni.

I compagni di scuola pregano per Eitan

Oggi, tutto l’Istituto Madre Paola, scuola dell’infanzia frequentata da più di un anno da Eitan, pregherà per lui: “Chiediamo al Signore di essere vicino al piccolo Eitan, che gli dia pace, pronta guarigione e consolazione. Chiediamo che Dio gli faccia sentire il suo abbraccio, come ha fatto suo padre per proteggerlo durante questa terribile disgrazia”.

“È un bambino pieno di entusiasmo, ha voglia di imparare e di conoscere, si vede che era seguito da una famiglia giovane e positiva” – dice la Direttrice della scuola.

Pavia, è lutto cittadino

A Pavia sarà proclamato lutto cittadino, in onore delle tre vittime di origini israeliane, i coniugi Amit Biran e Tal Peleg e il piccolo Tom, residenti, però, nella città. Ad annunciarlo è stato il Sindaco Mario Fabrizio Fracassi: “Per la morte di Amit Biran, della moglie Tal Peleg e del piccolo Tom ho intenzione di indire il lutto cittadino. Pavia è una comunità ferita ed è il momento di stringersi nel dolore, di far sentire il sostegno della città a chi ha perso i propri cari, i propri amici. Anche per Eitan, salvato dall’abbraccio protettivo del padre, che ancora lotta per la vita in ospedale. Invito chi crede a pregare per lui”. La data coinciderà con quella dei funerali, ancora da fissare. Le salme, per ora, sono partite questa mattina da Verbania e intorno a mezzogiorno arriveranno all’aeroporto di Malpensa. Di lì partirà il volo di Stato per Israele dove saranno celebrati i funerali.

Le cause dell’incidente: gli ultimi aggiornamenti

Secondo le prime ricostruzioni, la procuratrice ha spiegato che il “forchettone”, cioè il dispositivo che consente di disattivare il freno, è stato messo e mai rimosso. Con molta probabilità, sarebbe questa la principale causa dello schianto della cabinaPer questo motivo, la notte scorsa sono stati disposti tre fermi che coinvolgono il gestore dell’impianto, Luigi Nerini, il direttore dell’esercizio e il responsabile del servizio.

Un secondo forchettone è stato trovato questa mattina accanto alla cabina, forse saltato via a causa dell’impatto: un’altra prova che c’è stata proprio una vera e propria volontà nel disattivare i freni della funivia. Secondo Olimpia Bossi, Procuratore di Verbania ” una scelta deliberata e assolutamente consapevole. Non si è trattata di una omissione occasionale o di una dimenticanza, ma la scelta precisa di disattivare questo sistema di emergenza per ovviare quelli che erano degli inconvenienti tecnici, che si stavano verificando sulla linea, dovuti proprio ad un malfunzionamento del sistema frenante di emergenza. Disattivandolo la cabina poteva fare le sue corse senza problemi. Mentre sull’altro evento che ha provocato la tragedia, ovvero la rottura del cavo, c’è ancora da indagare. In questo momento non abbiamo elementi per ritenere i due fatti collegati”.

I tre fermati hanno ammesso, durante l’interrogatori, le proprie responsabilità. “C’erano malfunzionamenti nella funivia, – ha spiegato l’ufficiale – è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”. Questa situazione, alquanto complicata, è stata ‘rattoppata’, il problema è stato aggirato; una scelta che ha portato alla morte di 14 persone.

Alcuni dei testimoni, già a tarda notte, hanno lasciato la caserma, mentre i Carabinieri hanno continuato a interrogare ad fino a quando non è stata chiarita la situazione. Nella stessa giornata di ieri era stata sequestrata la registrazione della telefonata al 118 di chi per primo ha dato l’allarme.

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