venerdì, 26 Aprile 2024

Caso Zanardi, avvocato e famiglia si oppongono all’archiviazione. Richiesta di riapertura indagini

Si riapre la questione dell'incidente che ha travolto l'ex pilota Zanardi con la sua handbike. La famiglia e il suo avvocato contro l'archiviazione.

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La famiglia e l’avvocato di Alex Zanardi contestano l’archiviazione dell’incidente avvenuto il 19 giugno 2020 in cui l’atleta paralimpico è rimasto gravemente ferito. Questa mattina il giudice del Tribunale di Siena, Ilaria Cornetti si è riservato, al termine dell’udienza, la decisione sulla richiesta di archiviazione dell’incidente.

L’unico indagato è Marco Ciacci, il conducente 45enne dell’autocarro contro cui ha urtato Zanardi mentre era su una strada provinciale vicino Siena, nei pressi del bivio per la località Sant’Anna in Camprena. Il 45enne è indagato per il reato di lesioni colpose gravissime.

Ad opporsi alla richiesta di archiviazione, facendo le veci della famiglia del campione è l’avvocato Carlo Covi che ha chiesto al giudice “un’integrazione istruttoria” ossia, la riapertura delle indagini e nuovi accertamenti sulla dinamica dell’incidente. All’udienza era presente anche la moglie di Zanardi, Daniela Manni.

C’è stata un’invasione della corsia da parte dell’autocarro che è stata determinante per la reazione di Alex Zanardi, provocando la manovra di sterzo a destra da cui è conseguita la perdita di controllo del mezzo. Se il camion fosse stato regolarmente all’interno della sua corsia di marcia, l’incidente non sarebbe successo”, afferma l’avvocato di Zanardi, Carlo Covi.

L’avvocato della controparte invece, Massimiliano Arcioni, ha chiesto al contrario, di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Siena. Al termine delle attività d’indagine a fine dello scorso aprile, il procuratore capo di Siena, Salvatore Vitello, ha inoltrato al gip del Tribunale la richiesta di archiviazione “non ravvisando alcun nesso casuale tra la condotta tenuta da Ciacci alla guida dell’autocarro e il sinistro stradale che ha provocato gravi lesioni a Zanardi.”

E a tal proposito si espone l’avvocato del pilota: “Non condividiamo assolutamente la richiesta di archiviazione né le conclusioni a cui è giunta la perizia del consulente tecnico della Procura, Dario Vangi, il quale sostiene che l’aver sorpassato di poco la mezzeria non ha provocato l’incidente. La domanda è: si può passare ‘di poco’ con un semaforo rosso? e aggiunge: “Non è possibile che non ci sia una responsabilità nei confronti del conducente del camion nell’incidente: Zanardi lo vide sopraggiungere e sterzò bruscamente perché invase la corsia“.

Ma secondo quanto sostiene la Procura, l’autista dell’autocarro viaggiava ad una velocità moderata e comunque ampiamente al di sotto del limite di velocità previsto su quel tratto di strada. Ciacci ha messo in atto una manovra di emergenza per allontanarsi dalla linea di mezzeria e cercare di evitare l’impatto con l’handbike condotta da Zanardi.”

Come si legge nella richiesta di archiviazione della Procura “Nella suddetta dinamica, non ha avuto efficacia causale la posizione dell’autoarticolato sulla carreggiata ed in particolare la circostanza che poco prima dell’impatto, nell’affrontare la curva a sinistra, Ciacci si fosse spostato più vicino alla linea di mezzeria, calpestandola per metà con le ruote anteriori sinistre e oltrepassandola di pochi centimetri con quelle posteriori; con conseguente esclusione di responsabilità penale colposa in capo all’indagato”.

La famiglia di Zanardi attribuisce “una efficacia causale alla condotta del conducente dell’automezzo, sostenendo che il parziale superamento della linea di mezzeria, abbia determinato la manovra di sterzo a destra dello Zanardi, da cui conseguiva la perdita di controllo del mezzo”.

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