Il direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, ospite de ‘L’aria che tira‘ su La7, chiarisce la sua posizione riguardo i festeggiamenti dei matrimoni ai tempi del Covid: “Sì, a patto che la festa sia con pochi invitati, i congiunti”. E, allargando i confini oltre l’argomento ‘matrimonio’, afferma: “Ci sono alcune decisioni che francamente non comprendo. Si può fare tutto a condizione che si applichi il buon senso, invece di fare matrimoni con mille persone si posso celebrare in modo più ristretto e con solo i congiunti. Quello che deve prevalere nelle riaperture è il buon senso“.
Al giorno d’oggi, pare in realtà che la priorità sia la festa nuziale a cui, in particolare le giovani coppie, non vogliono rinunciare. A tal proposito si esprime Stefania Vismara, presidente di ‘Insieme per il wedding’, dimostrando un prudente ottimismo: “Auspichiamo la ripartenza del settore dal 15 giugno“. Spiega la presidente Vismara: “Mi posso sposare in chiesa o in Comune, con l’abito da cerimonia, il limite al numero di invitati è definito dall’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza. Posso andare al ristorante, sempre rispettando le regole. Devo mangiare all’aperto. Ma non posso vestirmi da sposa” – ha sottolineato – “Quindi se gli sposi indossano i jeans e vanno al ristorante con gli invitati opportunamente distanziati, si può fare. Altrimenti, si rischia una multa da 400 a 3mila euro a persona e la chiusura del locale”. Questa è la traduzione del decreto che attualmente vieta cerimonie, banchetti e feste, aprendo le porte alla stagione dei matrimoni in jeans.