Arrestato un imprenditore cinese per evasione fiscale da 600mila euro nella provincia di Ancona. L'uomo gestiva diverse società attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e con l'aiuto di diversi prestanome
L'uomo, denunciato per truffa e frode, modificava i dati delle centraline, arrivando a scalare anche 100 mila chilometri. Dopo aver ringiovanito le auto vecchie, le rivendeva come nuove, mettendo in pericolo la sicurezza degli acquirenti ignari.
Nel mirino dei Militari almeno 13 soggetti che avrebbero realizzato una struttura di vendita piramidale fondata apparentemente sul network marketing, ma in realtà sul mero reclutamento di nuovi soggetti.
È finita coi finanzieri che si aprivano un varco a colpi di mazzuola, la latitanza di uno dei principali indagati dell'operazione Warranty, sfuggito all'arresto il 10 febbraio scorso.
Per 2 tra i 6 indagati è stato disposto il carcere, per gli altri 4 i domiciliari. L’operazione nasce da una verifica fiscale carico di diverse società riconducibili ad uno stesso gruppo familiare, operante nel settore della produzione e commercializzazione di calcestruzzo e nello smaltimento di rifiuti solidi urbani.
Dalle indagini è emerso che all’atto di richiesta del beneficio, l’uomo, omettendo di comunicare che nel proprio nucleo familiare c’era anche la compagna ai domiciliari per spaccio di droga, avrebbe intascato l’indennizzo senza avere i requisiti di legge.
Indagati per corruzione e reati vari contro la pubblica amministrazione nella gestione di un’azienda partecipata della Regione siciliana. Uno agli arresti domiciliari, 8 destinatari di misure interdittive.
Indagini su decine di giurisdizioni estere hanno fatto emergere che parte del profitto della frode fiscale era oggetto di successive movimentazioni finanziarie sempre all'estero, funzionali ad attività di riciclaggio e autoriciclaggio.