venerdì, 19 Aprile 2024

Palermo, bilanci truccati e appalti pilotati: caos nella società di trasporto pubblico 1 arresto e 8 interdetti

Indagati per corruzione e reati vari contro la pubblica amministrazione nella gestione di un’azienda partecipata della Regione siciliana. Uno agli arresti domiciliari, 8 destinatari di misure interdittive.

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A Palermo le indagini della Guardia di Finanza hanno permesso di individuare 16 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato. Sono state eseguite 9 misure cautelari, 1 agli arresti domiciliari ed 8 destinatari di misure interdittive della durata di 1 anno (sospensione di un pubblico ufficio o servizio e divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione).

Le indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo si sono concentrate su un’importante società interamente partecipata dalla Regione Siciliana che si occupa del servizio di trasporto pubblico locale, sia a livello urbano che interurbano. I vertici avrebbero violato le norme di trasparenza pubblica in materia di procedure d’appalto a danno di altri fornitori, come l’acquisto di pneumatici, l’acquisto di autobus aziendali attraverso una complicata rappresentazione delle condizioni che hanno giustificato il ricorso alla procedura negoziata; l’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.

Durante le indagini sarebbero emerse delle condotte corruttive nei confronti del direttore generale dell’azienda in questione: avrebbe conferito illecitamente l’incarico di revisore contabile ad un professionista, il quale avrebbe in cambio omesso la rilevazione di irregolarità contabili in grado di compromettere l’attendibilità dei bilanci della società pubblica; il direttore generale in cambio di alcuni favori, tra cui la promessa dell’assunzione di propri familiari, avrebbe messo in atto un’azione contraria ai doveri del proprio ufficio come la predisposizione di una procedura di gara per la fornitura di servizi per lo startup di una compagnia aerea dal valore di oltre 2 milioni di euro, per consentire così l’aggiudicazione ad una società con requisiti “ritagliati su misura“.

Sempre durante le indagini sarebbero state riscontrate: un’ipotesi di truffa aggravata dal valore di 3,2 milioni di euro ai danni della società aggiudicataria del servizio di bigliettazione elettronica, attraverso l’utilizzo di documentazione falsa per dimostrare il possesso dei requisiti previsti dal bando; una frode in pubbliche forniture, dal valore di 6 milioni di euro, ai danni dell’agenzia di lavoro interinale aggiudicataria dell’appalto perché pare assumesse lavoratori a tempo determinato non per necessità aziendali, ma per questioni politiche.

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