La testata giornalistica Washington Post svela di aver parlato con due fonti che sano il nome e il paese dove vive la talpa che avrebbe diffuso i documenti top secret degli Stati Uniti in rete. Il presunto colpevole lavorerebbe in una base militare ed e proprio da lì che avrebbe avuto i documenti.
La Procura di Brescia ha collaborato con L'FBI per un'operazione contro il cybercrime; rubate credenziali e email per reati commettere reati finanziari o per essere vendute a forum di criminalità informatica.
L'ex presidente Donald Trump ha chiesto un giudice terzo, non dipendente dal Dipartimento di Giustizia, per assicurare che sia protetta l'integrità dei documenti sequestrati dai federali lo scorso 8 agosto.
La principale preoccupazione del governo americano è infatti che queste informazioni possano finire in mani sbagliate. Intanto nel Paese, si respira un'aria sempre più tesa, dove le perquisizioni in casa dell'ex presidente hanno "agitato" la base più radicale dell'elettorato trumpiano.
L'Fbi ha fatto irruzione nella residenza di Donald Trump per la ricerca, secondo la Cnn, di documenti top secret della Casa Bianca, che l'ex presidente avrebbe dovuto consegnare all'Archivio di Stato e che aveva invece trasferito al resort Mar-a-Lago, dove si era ritirato a gennaio 2021. Trump: "È una persecuzione politica".
Oggi è attesa la sua comparizione in tribunale, i capi di imputazione sono due: per non aver testimoniato e per non aver consegnato i documenti richiesti.
In una foresta del Wyoming sono stati ritrovati i resti di Gabby Petito, la 22enne travel blogger scomparsa dalla fine di agosto. Lo ha confermato l'FBI durante la conferenza stampa live rilasciata sul canale Youtube della NBC New York.
L'ambasciata saudita di Washington ha annunciato di "accogliere con favore il rilascio" delle indagini dell'Fbi, ma che "qualsiasi accusa contro l'Arabia Saudita di complicità negli attacchi dell'11 settembre sarebbe categoricamente falsa".
Accordato l'invio di alti funzionari Fbi e Dhs a Port-au-Prince ad Haiti per fornire aiuto. Interrogati i due americani coinvolti nell'agguato: "La missione era arrestare il presidente, non ucciderlo".
La polizia australiana monitorava i criminali di tutto il mondo dal 2018 attraverso un'applicazione. Il capo della polizia australiana: "Si sono ammanettati l'un l'altro".