La Guardia di Finanza di Viterbo assieme agli agenti della Sezione Polizia Stradale hanno messo sotto sequestro disponibilità finanziare e quote societarie di un noto imprenditore del posto, per un valore complessivo che supera gli 8 milioni di euro. A quanto pare, il soggetto in questione sarebbe stato definito “fiscalmente e socialmente pericoloso” e si sarebbe reso, già in passato, protagonista di un’attività commerciale criminale, impegnata nell’importazione e nella commercializzazione di beni in evasione di imposta. L’uomo, inoltre, avrebbe accumulato a partire dall’anno 2007 ingenti debiti verso l’erario. Un sistema fraudolento, questo, basato principalmente sulla falsificazione di documentazioni amministrative e fatture riconducibili ad attività commerciali inesistenti che hanno contribuito a “omettere il versamento a favore delle casse dell’erario di IVA Dovuta pari a Euro 5.400.000,00 e di IRES pari a Euro 1.500.000,00“.
Di fronte ai modesti redditi dichiarati dell’imprenditore, veniva paradossalmente avviata un’intensa attività di investimenti corrispondenti a circa 100 vetture, 50 motocicli e un’imbarcazione da diporto. Questi beni sarebbero stati, poi, rimessi sul mercato a prezzi relativamente più bassi rispetto a quelli imposti dalla concorrenza. A oggi, tutti i beni confiscati sarebbero stati depositati nelle mani di un amministratore giudiziario. Obiettivo principale della Polizia economico-finanziaria resta quello di restituire i beni all’intera comunità che si è sempre fatta portavoce di un’attività imprenditoriale a regola, nel rispetto della concorrenza del mercato, a discapito di quella “criminalità da profitto, ovvero da coloro i quali, lungi dall’essere occasionali evasori, vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio reddito dai proventi dell’attività criminale“.