Giovanni Castellucci, allora amministratore delegato di Autostrade, in una riunione riservata del novembre 2010 ribadì che l’unica via per mettere in sicurezza il Ponte Morandi sarebbe stata l’accelerazione del restyling ai tiranti del pilone numero 9, quello poi collassato.
L’intervento venne rinviato di anno in anno e, quando fu deciso di agire, il crollo avvenuto il 14 agosto 2018 e che causò 43 morti, anticipò l’intervento.
Tra i documenti che maggiormente peggiorano la posizione dell’ex numero uno Aspi c’è il resoconto di una riunione ristretta scoperta dalla Finanza esaminando decine di computer.