domenica, 28 Aprile 2024

Cina e Stati Uniti di nuovo alleati, incontro fra Biden e XiJinping: nuove promesse ma non senza tensioni

A seguito dell'incontro di durata di quattro ore, che ha avuto sede alla Casa Bianca nella giornata di mercoledì 15, i politici, da tempo in contrasto, si confrontano sulla situazione geopolitica, mettendo a tavolino le problematiche e le questioni brucianti.

Da non perdere

E’ ufficiale, il presidente americano Joe Biden e il leader della Cina, XiJinping sono di nuovo alleati. Le comunicazioni militari, periodicamente interrotte, saranno ufficialmente riprese, mentre le tensioni sulla questione del Taiwan perdurano.

A seguito dell’incontro di durata di quattro ore, che ha avuto sede alla Casa Bianca nella giornata di mercoledì 15, i politici da tempo in contrasto, si confrontano sulla situazione geopolitica, mettendo a tavolino le problematiche e le questioni brucianti. I motivi di tensione sono stati più di uno: la lotta commerciale, accuse di spionaggio, tensioni su Taiwan e la posizione della Cina nella guerra in Ucraina. Pare, però, che i politici vogliano cambiare direzione e andare a ricostruire un rapporto concreto, stabile e diretto.

“Siamo tornati a comunicazioni dirette, aperte, chiare e dirette”

Biden accetta di riprendere la cospicua alleanza militare con Xi, ma chiede a quest’ultimo di allontanare le sue truppe dalla zona del Mar Cinese Meridionale, dove i taiwanesi sono da tempo in lotta per l’indipendenza dalla supremazia cinese: “Il processo elettorale a Taiwan deve essere rispettato. Errori vitali da una parte o dall’altra possono causare problemi reali e concreti con un Paese come la Cina o qualsiasi altro Paese importante”. La questione potrebbe, inoltre, precludere una progressiva rottura dell’attuale, seppur instabile, situazione di pace fra le potenze.

Anche Xi si dichiara preoccupato che la questione si evolva nel conflitto più grande e potenzialmente più pericoloso nelle relazioni tra Stati Uniti e Cina, ma resta sui suoi passi.

“…la Cina realizzerà la sua riunificazione e questo obiettivo non può essere fermato”. Afferma che Biden dovrebbe smettere di inviare aiuti militari in Taiwan ed appoggiare l’unificazione della Cina sotto un’unica guida. La situazione rimane motivo di alta tensione e pare che non si riesca ad arrivare ad un accordo.

Il presidente Biden, terminato l’incontro, esprime i suoi dubbi sulle conclusioni tratte al termine della discussione : “Il presidente XiJinping è un dittatore. E’ un dittatore nel senso che governa un Paese comunista, basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra”. Ogni tentativo di Biden, nei panni di moderatore, di cercare di mettere fino alla guerra fra Taiwan e Cina, è stato respinto. Allo stesso modo, il leader cinese è stato esortato a usare la sua influenza (coercitiva) per calmare le tensioni globali che siano fra Iran e Iraq o fra Israele e Hamas.

Spaccio e cambiamento climatico

Fra le varie discussioni sull’ordine politico e militare, i leader hanno aperto una parentesi inerente a problematiche commerciali.  Biden e XiJinPing, si sono accordati su come contenere ed andare a contrastare il meccanismo di import-export di droghe illecite e droghe sintetiche, in particolare il fentanil, prodotte in Cina e acquistate e rivendute negli Stati Uniti. La discussione si è spostata sul cambiamento climatico in cui Washington si dichiara “pronta a collaborare con  per affrontare le sfide transnazionali, come la sicurezza sanitaria e il debito e la finanza climatica nei Paesi in via di sviluppo e nei mercati emergenti”. Ribadito l’impegno nel raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi (2015), il cui obiettivo è di contenere il riscaldamento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi Celsius (qui potete leggere il testo per intero: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:22016A1019(01)

Ultime notizie