lunedì, 29 Aprile 2024

Guerra in Ucraina, continua controffensiva di Kiev. Zelensky pronto a incontrare Biden: “Stiamo morendo non è una fiction”

Allarme antiaereo in tutta l'Ucraina per i missili a crociera provenienti dalle Forze Armate russe. Zelensky giovedì 21 settembre si recherà a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e terrà un discorso di fronte al Congresso. Secondo il Segretario generale della Nato la guerra sarà ancora lunga, ma la controffensiva di Kiev "non è fallita".

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Giorno 572. Dopo che nel mese di giugno è iniziata la controffensiva ucraina, il presidente Zelensky, intervistato dall’emittente newyorkese Cbs, è tornato a sottolineare l’importanza di procedere senza tregua per fermare i russi. “È importante andare avanti ogni giorno e liberare il territorio”, anche solo per poche centinaia di metri, “non dobbiamo pensare alle condizioni del meteo” e all’approssimarsi dell’inverno.”Dove non possiamo attraversare con un veicolo blindato, voliamo. Se non possiamo volare, mandiamo i droni. Non dobbiamo dare tregua a Putin”. Parole nette, senza mezzi termini, perché, secondo la dichiarazione del leader ucraino, a essere in gioco è la salvezza di tutti: Putin, paragonato a un nuovo Adolf Hitler, deve essere fermato per scongiurare il rischio di una terza guerra mondiale, nella quale le armi nucleari della Russia minaccerebbero il mondo intero. “Gli ucraini stanno pagando il prezzo più alto. Stiamo davvero lottando per la nostra libertà, stiamo morendo, non è una fiction, non è un libro“, nulla più di questo immenso sacrificio, ha evidenziato Zelensky, può dimostrare la gratitudine del popolo ucraino nei confronti degli ingenti aiuti ricevuti dagli Stati Uniti.

A mettere in luce i vivi rapporti tra Ucraina e USA è il prossimo appuntamento nell’agenda diplomatica del presidente ucraino, fissato per giovedì 21 settembre, quando Zelensky si recherà presso New York per prendere parte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La notizia è stata anticipata dalla Cnn, da cui si apprende che vi sarà anche un incontro con i senatori americani presso Capitol Hill, in particolare un discorso del leader ucraino alle ore 10:00. Seppure non sembrasse previsto che il leader di Kiev si rivolgesse a una sessione congiunta del Congresso, gli ultimi aggiornamenti arriverebbero da un assistente di Zelensky stesso, il quale, dopo l’ultimo confronto a Hiroshima nel maggio scorso, dialogherà di persona con il suo omologo statunitense Joe Biden.

Per quanto riguarda il fronte bellico, la controffensiva non è stata affatto rapida – come è stato ampiamente notato e descritto dagli esperti internazionali del campo – ma recentemente si sono registrati alcuni snodi militari significativi. Come ha notato il Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, il Generale Mark Milley, “la controffensiva ucraina non è fallita”, a discapito di quanto affermato da alcuni osservatori, poiché, seppure lenta, essa ha ancora “una forza d’attacco significativa“. Proprio nella giornata di ieri, domenica 17 settembre, le Forze ucraine hanno strappato ai russi il villaggio di Klishchiivka, nell’oblast di Donetsk. La riconquista è stata portata a termine a soli 5 chilometri a sud di Bakhmut, anch’essa occupata dai russi, e a rivendicarla è stata la Brigata Liut (“Rabbia”), guidata dal comando della Guardia Nazionale e composta da membri della Polizia ucraina. Poco dopo l’annuncio su Facebook, la notizia è stata confermata anche dal portavoce militare di Kiev, Illia Yevlash. D’altra parte, gli ultimi attacchi di Mosca non hanno cessato di interessare la zona di Odessa, dove ormai da luglio le infrastrutture portuali sono state frequentemente prese di mira, a seguito del decadimento degli accordi sul grano. Secondo i media locali, l’allarme antiaereo ha risuonato in tutto il Paese a causa del lancio di alcuni missili da crociera da parte dei bombardieri strategici russi. Secondo il Ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, “l’eventuale fornitura di missili più a lunga gittata a Kiev da parte dell’Occidente non cambierà l’essenza degli sviluppi in Ucraina”, dichiarazione che, alla luce del recente incontro tra il Presidente Putin e l’omologo nordcoreano Kim Jong-un, induce a un’attenta riflessione riguardo agli scambi di armi tra nazioni.

Presso Vladivostok, nel corso della scorsa settimana, il ministro stesso e il presidente della Corea del Nord avrebbero discusso riguardo alla cooperazione militare e alla fornitura di armi tra i due Paesi, di modo da rafforzare l’interazione tattica e assicurare difesa e sicurezza– come affermato da Voice of Korea. Secondo il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, l’incontro tra i due presidenti, in realtà, sarebbe sintomi rivelatore dell’isolamento della Russia, che per procurarsi sostegni e munizione è costretta a chiedere sostegno alla Nordcorea e all’Iran. Il Segretario stesso ha altresì evidenziato che la guerra è da ritenersi ancora lunga, poiché nonostante “tutti auspichiamo ad una pace rapida”, è inevitabile riconoscere che “se il presidente Zelensky e gli ucraini smetteranno di combattere, il loro Paese non esisterà più”. Le parole di Stoltenberg, rilasciate al gruppo mediatico tedesco Funke, non hanno espresso alcun dubbio riguardo al fatto che l’Ucraina alla fine entrerà nella Nato, soprattutto in vista delle garanzie di sicurezza che saranno necessarie per far sì che un simile conflitto non si ripeta.

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