venerdì, 19 Aprile 2024

Tempest, accordo “senza precedenti” sull’asse Londra-Roma-Tokyo. Leonardo c’è, maggioranza e opposizione tacciono

Negli ultimi giorni si è parlato molto del progetto per lo sviluppo e la costruzione del caccia del futuro nel quale Leonardo-Finmeccanica fa parte dal 2018. Una notizia importante per i risolvi geopolitici futuri ma che sembra non turbare il Governo, l'opposizione e in generale la politica italiana.

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Negli ultimi giorni è salito agli onori della cronaca l’operazione Tempest, a cura del governo britannico. La notizia è tornata a rimbalzare sui vari media per l’accordo stretto da Italia, Regno Unito e Giappone, definito “senza precedenti”, nel settore della difesa per lo sviluppo e la costruzione del caccia del futuro. Un jet supersonico di sesta generazione destinato a sostituire l’attuale Eurofighter Typhoon, frutto della collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna. Il nuovo caccia si chiamerà appunto Tempest e dovrebbe essere operativo nel 2035, con l’avvio della fase di sviluppo nel 2024. Lo ha annunciato il premier britannico Rishi Sunak, confermando le recenti fughe di notizie sui media internazionali.

Leonardo entra in gioco come partner strategico

La progettazione del velivolo sarà guidata dall’azienda britannica Bae Systems, la giapponese Mitsubishi Heavy Industries e l’italiana Leonardo. Un triangolo aziendale di livello mondiale, che avrà capacità digitali avanzate nell’intelligenza artificiale e nella guerra informatica. Inoltre, il progetto coinvolge il Ministero della Difesa e i partner del settore Team Tempest, guidati da Bae Systems, e una serie di aziende in tutto il Regno Unito. Il primo volo dell’aereo dimostrativo è previsto entro i prossimi cinque anni. Il dimostratore volante sarà un velivolo supersonico pilotato che testerà una gamma di nuove tecnologie, inclusa l’integrazione di funzionalità compatibili con lo stealth. Fornirà prove per le tecnologie, i metodi e gli strumenti critici che saranno utilizzati nel sistema aereo da combattimento di prossima generazione.

La decisione dei governi di rafforzare la collaborazione con un programma così strategico come il Global Combat Air Programme è la testimonianza di un modello di cooperazione tra i tre Paesi efficace e promettente. Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l’industria dell’aerospazio e difesa che garantirà l’autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle Forze Armate prestazioni e capacità operative senza precedenti”, ha commentato Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo.Il Global Combat Air Programme agirà anche da volano di sviluppo per l’industria nazionale nei decenni a venire, a beneficio delle future generazioni. Grazie alla nostra forte presenza nel Regno Unito, Leonardo rappresenta nel programma due delle nazioni partner, ovvero l’Italia e il Regno Unito” ha sottolineato ancora Profumo.

Altre aziende italiane coinvolte

Ma non c’è solo Leonardo, presente nel programma Tempest già dal 2018 con Leonardo UK. Infatti, saranno coinvolti anche Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia insieme all’intero ecosistema innovativo e produttivo del Paese. “Il programma ci traghetterà nel futuro della Difesa per offrire al mercato nuove prestazioni all’avanguardia e noi in Mbda siamo pronti ad affrontare questa sfida tecnologica con tutto il know-how e le competenze accresciute e rafforzate nel corso degli anni e grazie alla capacità di cooperare trans-nazionalmente“, ha dichiarato Lorenzo Mariani ad di Mbda Italia.

Cosa ne pensano oltreoceano

L’asse Londra-Roma-Tokyo sancisce anche la prima volta che il Giappone si impegna in un programma di difesa con partner europei piuttosto che con gli Stati Uniti. Lo stato nipponico aveva inizialmente considerato la costruzione del suo prossimo caccia con l’aiuto del colosso statunitense Lockheed Martin, ma dall’anno scorso ha iniziato a guardare al programma Tempest. “Gli Stati Uniti sostengono la cooperazione in materia di sicurezza e difesa del Giappone con alleati e partner che la pensano allo stesso modo, anche con il Regno Unito e l’Italia“, ha affermato il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti in una dichiarazione congiunta con il Ministero della Difesa giapponese. Reazione e affermazione in linea con il comunicato di Roma, Londra e Tokyo dove si sottolinea l’importanza dell’interoperabilità del programma con gli Stati Uniti, la Nato e i partner in Europa e nell’Indo-Pacifico.

Nessuna reazione dalla politica

Leonardo, dal 1948 al 2016 nota come Finmeccanica, è un’azienda compartecipata nel quale il maggiore azionista risulta essere il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, che possiede una quota di circa il 30%. Insomma, una fetta importante della torta, che porta inevitabilmente il Governo a essere parte attiva delle decisioni prese dall’impresa di difesa numero uno nell’Unione europea per grandezza. E invece dal dicastero di via Venti Settembre nessuna dichiarazione. Certo, l’inquilino di Palazzo delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, è oberato di lavoro dalla Manovra 2022. Il ministro leghista, inoltre, starà seguendo con molta attenzione anche i malumori interni al suo partito. E certamente starà cercando di rimettere sui binari giusti la premier Giorgia Meloni per il Mes.

La questione resta anche perché neanche la minoranza e le altre forze politiche si sono espresse in merito. Chi impegnato con il Congresso, chi sempre in cerca di scontenti da accogliere nel proprio partito, chi a opporsi ad ogni mossa del Governo. Appunto, ma mica qualcuno ha detto qualcosa. Il programma Tempest è ambizioso, con le potenze dell’area Ue che assieme a Regno Unito e Giappone sono pronte a raggiungere il livello di avanguardia di Stati Uniti, Cina e, dalle ultime “esercitazioni”, anche della Corea del Nord. Ma, ecco, una parola, una dichiarazione, una conferma, qualsiasi cosa poteva essere detta dall’azionista maggiore di Leonardo.

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