sabato, 27 Aprile 2024

“Dovevano scappare dopo la prima scossa”: terremoto a L’Aquila, per il Tribunale i morti sono corresponsabili

Il Tribunale ha decretato una "responsabilità" del 30% su quanto accaduto, percentuale detratta dal risarcimento accordato. La sentenza ha condannato tutti tranne il Comune dell'Aquila al pagamento della cifra di oltre un milione per negligenza e "grave inadempienza nello svolgere il proprio compito di vigilanza".

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Corresponsabili della propria morte perché “avrebbero dovuto abbandonare l’abitazione dopo la prima scossa”. Così la sentenza in sede civile del Tribunale dell’Aquila che vede coinvolte 24 vittime del terremoto del 6 Aprile 2009 a L’Aquila. Le famiglie dei defunti, per lo più studenti fuorisede, avevano avanzato richieste di risarcimento dopo il crollo, avvenuto in quella sciagurata notte, della palazzina considerata sicura. Muniti di documenti che attestavano irregolarità nella costruzione, sono stati citati in causa il costruttore ormai deceduto, il Comune dell’Aquila, il Prefettura  e il Genio Civile. La sentenza ha condannato tutti tranne il Comune dell’Aquila al pagamento della cifra di oltre un milione per negligenza e “grave inadempienza nello svolgere il proprio compito di vigilanza”. La decisione reca una nota inattesa  seguita da non poche polemiche. La Giudice, dopo attente verifiche del caso, ha stabilito infatti che, avendo adottato una “condotta incauta” non fuggendo da casa, le stesse vittime non fossero esenti da colpe.

Il Tribunale ha decretato una “responsabilità” del 30% su quanto accaduto, percentuale detratta dal risarcimento accordato. Si è ritenuto possibile che le stesse avrebbero potuto portarsi in salvo avendo avvertito ben due scosse prima di quella fatale delle ore 3:32 del mattino: la prima alle ore 23 e la seconda all’1 di notte. Verdetto inaspettato che non giustifica le vittime, colpevoli anche di essersi fidate anche delle indicazioni rassicurati e tranquillizzati dai vari esperti ed Enti di controllo. Nei giorni che hanno preceduto la tragedia del 6 aprile 2009 era stata convocata in seguito alla comparsa del fenomeno sismico anche La Commissione Grandi Rischi. Il 31 marzo 2009 lo sciame, partito dal novembre precedente, non rappresentava “alcun pericolo” per la popolazione.

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