venerdì, 26 Aprile 2024

Litiga con la compagna e dà fuoco alla casa, ricoverati in gravi condizioni: per lui ustioni al 60%

Ad avere la peggio è proprio l'uomo ritenuto responsabile di aver appiccato il fuoco. La sera di domenica 28 agosto, un uomo e una donna sono stati portati d'urgenza dopo essere rimasti gravemente ustionati.

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La sera di domenica 28 agosto, un uomo e una donna sono rimasti gravemente ustionati e si trovano al Centro Traumatologico Ortopedico di Torino da due giorni. È accaduto al secondo piano di uno stabile di via Lombardore a Leini. Due stanze dell’alloggio interessato dal rogo sono state completamente invase dalle fiamme, ma non è stato necessario evacuare il piano di sotto. Dalle indagini è poi emerso che si è trattato di un incendio doloso.

Tentato omicidio

Dopo una furiosa lite con la compagna, ha deciso di dare fuoco all’alloggio dove vivevano insieme. Un tentativo, quello compiuto da Valeri Anzalone, di uccidere la donna e poi togliersi la vita. Questa è l’ipotesi della Procura di Ivrea che ha indagato l’operaio bielorusso di 34 anni per tentato omicidio. L’uomo è sospettato di aver incendiato l’alloggio di via Lombardore 277 in cui i due convivevano insieme da un paio di mesi. Nel rogo, partito dalla camera da letto e poi propagatosi nelle altre stanze della casa e infine nella veranda, sia lui sia Liz Barros, 39enne di origini peruviane, hanno subito gravissime ustioni. Per questo ora si trovano in prognosi riservata in una stanza dell’ospedale torinese. La donna ha ustioni su circa il 50% della parte inferiore del corpo, il compagno ferite estese per il 60%. Ma per avere un quadro chiaro della situazione bisognerà aspettare la testimonianza di entrambi.

Alla ricerca del movente

Resta da chiarire il movente per quello che sembrava voler essere un femminicidio. Sul posto sono intervenuti subito Vigili del Fuoco, 118 e Carabinieri. Anzalone comunque era già noto alle Forze dell’Ordine. Infatti, nell’aprile del 2018 era stato arrestato per aver sparato, a salve, contro una pattuglia dei Carabinieri di Chivasso. “Voglio morire in un conflitto a fuoco con i Carabinieri” aveva scritto su un bigliettino di carta sequestrato sulla sua auto dai militari chivassesi al termine di un lungo inseguimento. L’inseguimento gli era costato l’arresto e la detenzione nel carcere di Vercelli. Nell’auto i militari avevano anche sequestrato due pistole giocattolo.

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