venerdì, 26 Aprile 2024

Liceo delle molestie, studenti in piazza a Cosenza. Dalia Aly: “I soprusi non si lavano via”

In tantissimi in strada per protestare contro un sistema scolastico che legittima abusi e violenza. Fra loro anche Dalia Aly, la ex studentessa che ha fatto esplodere lo scandalo.

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Sono in millecinquecento ad essere scesi questa mattina in piazza a Cosenza per dire “No agli abusi sugli studenti“. Hanno striscioni e megafoni e lo gridano forte. Vogliono una scuola più sicura, una scuola in cui non si verifichino fatti come quelli denunciati da alcune studentesse del Liceo Valentini-Majorana, in cui gli studenti possano essere ascoltati e la polvere non venga nascosta sotto il tappeto per “il buon nome della scuola”.

Sono in tanti e sono tutti d’accordo: non sono più disposti a subire. Fra loro anche Dalia Aly, la ex studentessa che, con la sua pagina di call out, ha fatto esplodere lo scandalo. La 20enne oggi ha preso il megafono e lo ha urlato forte:« Cara Maletta io mi ricordo tutto, me le ricordo le mani su di me, me lo ricordo quando mi chiamava “panterona” o “polpettina”, mi ricordo tutte le battute sul mio culo e le mie tette, perché i soprusi e gli abusi non si lavano via. E soprattutto non devono essere coperti

Dalia Aly durante il suo intervento alla manifestazione a Cosenza, foto di Chrystyan Filice

Dalia ha aperto il suo intervento alla manifestazione raccontando della terribile vicenda di condivisione non consensuale di materiale intimo di cui è stata vittima e della reazione della preside, Jolanda Maletta, davanti alle sue denunce. «Da cinque anni va avanti una condivisione non consensuale di mio materiale sessuale. È iniziata quando vivevo qui a Cosenza. C’era un fidanzatino che io trovavo davvero troppo carino e me ne innamorai. Lui mi chiese di riprenderci e io dissi di sì. Poi gli dissi di cancellare il video e lui rispose che lo avrebbe fatto, ma non lo fece mai. Nel giro di due anni sono finita sui telefoni di tutta Cosenza, della Calabria ed è diventato un caso internazionale finendo su un gruppo telegram di Revenge Porn con 77mila iscritti. Sapete cosa disse la Maletta quando andai a denunciare la questione? Che me l’ero cercata, che era tutta colpa mia.»

Quella che si è riversata per le strade di Cosenza è una generazione ferita, spesso accusata di immobilismo, ma che in questa vicenda ha dimostrato di saper combattere per ciò in cui crede. Le studentesse e gli studenti del Valentini-Majorana hanno usato tutti i mezzi a propria disposizione per manifestare la propria insofferenza a quello che ritengono un sistema educativo fortemente sessista e violento. «Noi non ci fermiamo fino a quando non verrà riconosciuto che queste sono delle realtà così tristemente radicate che è difficile anche riconoscerle.- ha detto Dalia nel suo discorso – Io le violenze le ho riconosciute dopo 4 anni, perché pensavo fosse normale che un professore mi toccasse, pensavo fosse normale che un professore mi dicesse che voleva farsi due botte con me. Eppure non è normale.»

Manifestazione a Cosenza, foto di Chrystyan Filice

Alla manifestazione, al fianco degli studenti, anche la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, il sindaco di Cosenza Franz Caruso e rappresentati sindacali della Cgil e dell’Usb. «La scuola ha il compito di formare, istruire e far crescere le nuove generazioni e, quindi, non può assolutamente alimentare discriminazioni. – ha dichiarato il primo cittadino di Cosenza -Siamo stati qui oggi perché la scuola sia sempre più libera, più aperta, e soprattutto sia una scuola dove si annullano le diversità sociali, culturali, di razza e di genere soprattutto».

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