giovedì, 25 Aprile 2024

Afghanistan, 280 militari tornano in Italia: terminata l’operazione “Aquila”

Sono stati rimpatriati 280 nostri militari, è già defluiti dal teatro operativo afgano oltre il 70% dei mezzi e dei materiali verso l'Italia. Nel frattempo i Talebani son tornati in Afghanistan.

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Il 14 aprile scorso gli Stati Uniti hanno annunciato che, a partire dal 1° maggio 2021, avrebbero ritirato tutte le truppe in servizio in Afghanistan. Sono 895 i militari che, in maniera graduale ed ordinata, devono far ritorno in Patria. È l’11 settembre la data che segna la rinascita prima e la morte dopo dell’Afghanistan e della sua gente.

Il 9 giugno scorso, la bandiera è stata abbassata, ad Herat: è la fine della missione italiana in Afghanistan. Si conclude, definitivamente, l’operazione “Aquila” per il trasferimento dei collaboratori afghani e familiari in Italia, in totale 228 persone. Il tutto condotto dal Coi, dal Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, coordinato dal Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri, della Salute, Croce Rossa Italiana ed aeroporti Roma Adr.

Il 14 giugno avevano fatto ritorno, a casa, i primi 82 collaboratori civili; mercoledì 16  64, sabato 19, infinte, 78 collaboratori. Alcuni degli afghani arrivati sono risultati positivi al Covid-19 e quindi posti in isolamento presso il Centro Sportivo dell’Esercito della Cecchignola, covid hotel. Gli altri afghani, invece, sono stati ospitati presso le strutture militari di Camigliatello Silano della Marina e di Roccaraso dell’Esercito.

Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha ringraziato, in Senato, tutti i 723 feriti e le 53 vittime italiane che hanno perso la vita per la Repubblica, portando, però, stabilità e pace in Afghanistan: “L’estremo sacrificio non deve essere vano e il loro ricordo sarà indelebile. Non è semplice condensare 20 anni di sforzo. Oltre 50mila, tra uomini e donne, sono coloro che hanno contribuito a dare lustro al nostro Paese”. I nostri militari hanno dato, in questi anni, un’eccezionale dimostrazione di professionalità.

La chiusura della missione non è un abbandono del campo, la difesa non verrà mai meno: l’alleanza Atlantica continuerà il suo impegno affinché l’Afghanistan non diventi mai “il paradiso del terrorismo”. Fino almeno al 2024, il ruolo rimarrà attivo capitalizzando i frutti impegni di questi 20 anni.

Ad oggi sono stati rimpatriati 280 nostri militari e sono già defluiti dal teatro operativo afgano più del 70% dei mezzi e dei materiali verso l’Italia. Guerini ribadisce che “è stata valutata anche l’opportunità di lasciare a disposizione delle forze armate e di sicurezza locali parte delle sistemazioni logistiche e dei materiali ritenuti utili da parte loro”.

I Talebani, nel frattempo, son tornati. La capitale Kabul è in ginocchio, la speranza non c’è più. Si muore ogni giorno ormai. E non importa che tu sia bambino, ragazza, donna o uomo, si muore. È un meccanismo inconcepibile che impone sfruttamento, guerre e violazione dei diritti umani ai più deboli.

“Sarà di nuovo la guerra civile: è un incubo” – queste le prime parole provenienti da Kabul, pronta chiudere tutto, a non fare nuovi investimenti, ad abbassare le saracinesche di botteghe e locali. Il popolo afghano è preoccupato perché, con l’abbandono delle truppe straniere, non riusciranno, da soli, ad affrontare i Talebani.

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