Il bilancio, in seguito al crollo del palazzo di 12 piani, a Miami, aumenta: salgono almeno a 4 i morti e a 159 i dispersi, comunica Daniella Levine Cava, sindaco di Miami. Continuano, comunque, senza sosta le ricerche.
Il condomino era stato edificato nel 1981 con oltre 130 unità, di cui circa 80 occupate. A collassare è stata una delle tre ali, con i balconi e i pavimenti degli appartamenti che cadevano uno sopra l’altro, come un castello di carta. Le immagini delle videocamere di sorveglianza dell’area sono impressionanti e lasciano poche speranze di trovare altri sopravvissuti, oltre ai 35 già estratti dalle macerie. Tra loro anche un ragazzo, il cui salvataggio è stato trasmesso in diretta dalle tv.
Tutte le famiglie di chi abitava nell’edificio – tra cui la sorella della first lady del Paraguay; 20 cittadini israeliani e 19 sudamericani, riunite in un centro lì vicino, attendono nuove notizie da parte dei soccorritori. Questi, nonostante il buio, continuano il loro lavoro con telecamere per la visione notturna e cani addestrati. È stato inoltre scavato un tunnel nel parcheggio sotterraneo per evitare ulteriori crolli. Per ora qualcuno riferisce di aver sentito alcuni rumori e suoni, ma nessuna voce.
Sono oltre 100 le persone ritrovate tra coloro che vivevano nel condominio.
“Spero per il meglio ma ci stiamo preparando a qualche brutta notizia, data la distruzione che abbiamo visto”, dice rammaricato il Governatore repubblicano Ron DeSantis, accorso sul posto.
Mentre il Sindaco di SurfSide, Charles Burkett riferisce che, secondo il building manager, la “torre” era piena al momento del disastro, intorno alle 2 di notte locali, anche se non è chiaro il numero esatto di persone presenti: “È difficile immaginare come sia potuto accadere, gli edifici non cadono giù da soli”.