venerdì, 26 Aprile 2024

Covid Italia, le varianti non spaventano: la situazione epidemiologica sta migliorando

Senza abbassare la guardia,per Rezza dell'ISS: "dobbiamo riconoscere che la situazione epidemiologica sta decisamente migliorando. Rt al di sotto dell'unità", siamo a 0.72

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La battaglia contro la pandemia sta andando nella giusta direzione. Certo è però, che le varianti serpeggiano ancora nel Belpaese.

Nella nostra Nazione, secondo le stime della nuova ‘indagine rapida’ condotta dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e dal ministero della Salute, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, la variante inglese del Coronavirus è ancora predominante, all’88,1%. Diversi i numeri per quella brasiliana, la cui prevalenza  si attesta al 7,3% (0%-60%, era il 4,5% nella scorsa survey), mentre le altre varianti del Covid monitorate sono sotto l’1%, facendo eccezione per quella indiana, attualmente all’1%.

Nella flash survey si legge che: “Nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione sta accelerando anche se non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante. Mentre la variante ‘inglese’ è ancora predominante, particolare attenzione va riservata alla variante P.1”, la cosiddetta brasiliana, “la cui prevalenza è in leggero aumento rispetto alla precedente indagine. La variante B.1.167.2 (quella cosidetta ‘indiana’) è stata identificata in 16 casi totali di cui diversi autoctoni”.

Non bisogna però abbassare la guardia. L’Istituto superiore di Sanità raccomanda: “Nell’attuale scenario europeo e nazionale, caratterizzato dalla circolazione di diverse varianti, è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti stesse di SarS-CoV-2. Al fine di contenerne ed attenuarne l’impatto – conclude l’Iss – è importante mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi”.

Certo è che “pur nella cautela che abbiamo sempre mantenuto, dobbiamo riconoscere che la situazione epidemiologica sta decisamente migliorando. Rt è ben al di sotto dell’unità, ci piacerebbe magari che fosse a 0.4-0.5. Questo 0.72 vuol dire che la trasmissione è, in questo momento, in declino. A questo corrisponde una diminuzione, più veloce, del tasso d’incidenza, vicino al 50 per 100mila” ha spiegato Gianni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione presso il Ministero della Salute.

Rezza si dimostra ottimista e conferma che “la campagna vaccinale sta dando i suoi frutti. Stiamo vaccinando per proteggere. In questo modo si abbatte soprattutto il carico di malattia grave, come è testimoniato dalla decongestione del tasso di occupazione in area medica e in terapia intensiva”.

Allo stesso tempo, ha aggiunto il Direttore della Prevenzione, “si sta cominciando a vedere un effetto iniziale sulla diminuzione della trasmissione. Per vedere un effetto forte sulla riduzione della trasmissione, bisognerà vaccinare sempre di più strati di popolazione giovanile, cosa che, una volta messa in sicurezza la popolazione più fragile e a rischio, si potrà fare. Credo nel prossimo mese, quando è previsto l’arrivo di un maggior numero di vaccini, si potrà cominciare a vaccinare di più nella fascia giovanile”. Rezza quindi sottolinea che “bisogna continuare ad andare avanti con la campagna vaccinale, ma anche mantenere il pieno regime del tracciamento dell’infezione. Non bisogna da questo punto di vista abbassare la guardia”.

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