sabato, 27 Aprile 2024

Primo maggio di polemiche: Fedez mette in piazza la censura di Rai3. Imbarazzo a viale Mazzini

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“La Rai smentisce la censura. Eccola telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad adeguarmi ad un SISTEMA dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi”. La lunga giornata di polemiche tra Fedez, la Lega, e la Rai, si chiude, o meglio si riapre, con la registrazione della chiamata tra i vertici della tv di Stato e il cantante in previsione della sua esibizione sul palco del Primo Maggio, diffusa dal rapper via twitter.

“Non è editorialmente opportuno”, dicono gli autori del programma nel video. “Perché non posso dire in pubblica piazza che un consigliere della Lega ha detto che se avesse un figlio gay lo brucerebbe in un forno?”, replica Fedez. Interviene il capo degli autori Massimo Cinque: “Io le sto chiedendo soltanto di adeguarsi a un sistema, che lei forse non riconosce..”. Quando poi Fedez chiede qual è la parte incriminata, quella che dovrebbe modificare, Cinque risponde: “Tutte le citazioni che lei fa con nome e cognome non possono essere citate”. E questo perché, continua, sono frasi che “possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta dicendo”.

Il riferimento è appunto all’elenco, poi letto da Fedez sul palco, di frasi pronunciate dagli esponenti del Carroccio contro la comunità Lgbt. Alla richiesta di togliere quella lista, Fedez però si oppone: “Io su un palco devo essere libero di dire quello che voglio. Chi parla sono io, chi si assume le responsabilità sono io”. A quel punto interviene la vicedirettrice di Rai3 Ilaria Capitani: “Io ritengo inopportuno il contesto”. E il cantante ribatte: “Io posso salire e fare cose inopportune per voi che per me sono opportune?”. Una domanda alla quale gli autori e i dirigenti non danno una risposta: “Noi siamo in difficoltà. Io non ho la risposta”, dice una terza persona.

La presenza di Fedez sul palco del Concerto del Primo Maggio è stata accompagnata da polemiche fin dal pomeriggio: “Se Fedez userà a fini personali il concerto del 1 maggio per fare politica, calpestando il senso della festa dei lavoratori, la Rai dovrà impugnare il contratto e lasciare che i sindacati si sobbarchino l’intero costo dell’evento”. Sono le parole di senatori e deputati della Lega in Vigilanza Rai che, prima dell’esibizione del rapper, si è schierata contro il prevedibile show politico dell’artista.

Lo stesso ha fatto Salvini con un tweet: “Il ‘concertone’ costa circa 500.000 euro agli italiani, a tutti gli italiani, quindi i comizi ‘de sinistra’ sarebbero fuori luogo”. Ma Fedez, al leader del Carroccio, risponde: “Io vado al concertone a gratis e pago i miei musicisti che non lavorano da un anno e sul palco vorrei esprimermi da uomo libero senza che gli artisti debbano inviare i loro discorsi per approvazione preventiva da voi politici. Il suo partito ci è costato 49 milioni di euro”.

E da uomo libero, il suo monologo è stato questo:
“È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta, o meglio dai vertici di Raitre mi hanno chiesto di ometterne dei partiti e dei nomi e di edulcorarne il contenuto”, dice il cantante. “Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Come ci insegna il Primo maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi assumo tutta la responsabilità di ciò che dico e faccio. Sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Raitre come inopportuno”.

“Buon primo maggio e buona festa a tutti i lavoratori, anche a chi un lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. Per i lavoratori degli spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, capisco che il calcio è il vero fondamento di questo paese. Non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e dello spettacolo si equivalgono. Non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore decimato dall’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni ’40. Caro Mario, come si è esposto riguardo alla Superlega con grande tempestività, sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo”.

Queste le parole di Fedez rivolte al Presidente del Consiglio Mario Draghi, e prosegue con la parte che, lo stesso rapper, afferma essere il pezzo forte:
“A proposito di Superlega due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari ha deciso che il disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, è già stato approvato dalla Camera come DDL Zan Può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso, ma d’altronde Ostellari si è distinto negli anni per la sua Grande lotta all’uguaglianza. Vorrei decantarvi un paio di loro aforismi se posso…

‘Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno’
Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria.

‘I gay che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’
Alessandro Rinaldi, consigliere per la Lega Reggio Emilia

‘Gay vittime di aberrazioni della natura’
Luca Lepore e Massimiliano Bastioni, consiglieri regionali leghisti (Questa l’hanno scritta insieme pensate da soli cosa potevano partorire)

‘I gay sono una sciagura per la conservazione della specie’
Alberto Zenger, consigliere della Lega Nord a Verona

‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’
Stella Candidata leghista

L’ultima è anche quella che un un tocco di fantasy dentro… ‘fanno l’iniezione ai bambini per farti diventare gay’
Candidata della lega Giuliana Livigno

Qualcuno come Ostellari ha detto che ‘ci sono altre priorità in questo momento di pandemia piuttosto che il DDL Zan… E allora guardiamo le queste priorità…
Il Senato non ho avuto tempo per il DDL Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del CONI, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e, per non farsi mancare nulla, il reintegro del vitalizio Formigoni.
Quindi secondo Ostellari probabilmente il vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza”.

Infine, l’affondo nei confronti degli esponenti cattolici e ultraconservatori.
“A proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro Vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe, è stata la prima voce a sollevarsi contro il Ddl Zan ma non si è accorto che il Vaticano ha investito più di 20 milioni in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Cari antiabortisti, non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa”.

La risposta di viale Mazzini non si è fatta attendere:
“Rai3 e la Rai sono da sempre aperte al dibattito e al confronto di opinioni, nel rispetto di ogni posizione politica e culturale. E’ fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo Maggio, per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”. A quel punto la decisione del rapper di pubblicare la registrazione che sbugiarda i vertici Rai, gettando altra benzina sul fuoco delle polemiche.

Il PD, intervenuto in serata, ha dichiarato “Quanto emerge dalle dichiarazioni di Fedez sul tentativo di censura preventiva della rai nei suoi confronti è davvero gravissimo. È inaccettabile che un’artista venga sottoposto a verifica politica prima ancora di esibirsi. I vertici Rai devono chiarire immediatamente come sono andate le cose e di chi sono le responsabilità. Sarebbe ancora più grave se tali comportamenti dell’azienda fossero legati a quanto detto stamattina da esponenti politici leghisti, a cominciare da Salvini, che hanno chiesto alla Rai di censurare Fedez prima ancora di sapere cosa avrebbe detto sul palco. Il concerto del Primo Maggio è da sempre un momento di festa e di libertà. Nessuno deve minare questi valori”, dice il deputato democratico Michele Bordo, componente della commissione di Vigilanza Rai.

Andrea Romano, deputato PD e membro della Commissione di Vigilanza Rai afferma “Le dichiarazioni di Fedez, secondo cui qualcuno in Rai avrebbe chiesto l’invio preventivo del suo intervento al Concerto del Primo Maggio per timore di una sua presa di posizione sul ddl Zan, ci riportano dritti agli anni Cinquanta e ad una Rai che censurava le opinioni politiche degli artisti che ospitava”, e aggiunge: “è urgente capire chi sia stato, nel dettaglio, quel dirigente Rai che si è incaricato il ruolo di censore di Fedez, a quale titolo lo abbia fatto e se non abbia dimostrato in questo modo di essersi inchinato al diktat di Salvini che aveva intimato a Fedez di non ‘fare politica’. Si tratta di un episodio molto grave, che alimenta tra l’altro la peggiore rappresentazione di una politica che vuole condizionare la libera espressione artistica sui canali del servizio pubblico”.

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