Durante un’indagine su casi di assenteismo in un’azienda di trasporto pubblico, la Guardia di Finanza di Pordenone ha scoperto, accidentalmente, un anomalo reclutamento di tre infermieri – già sospesi – da parte di un operatore sanitario privato. Nel proseguo delle indagini, le Fiamme Gialle hanno notato che, al di là delle molte assenze per malattia, certificate all’azienda dal momento in cui è entrato in vigore l’obbligo della certificazione verde (D.L. n. 139/2021), si evidenziava la posizione di un autista, con qualifica di infermiere, sospeso per non aver esibito il green pass all’ingresso del luogo di lavoro.
L’autista-infermiere
L’uomo, già sospeso dall’esercizio della professione sanitaria, si era poi affidato ad un operatore sanitario privato per effettuare prestazioni a domicilio. Gli approfondimenti, effettuati dalla Guardia di Finanza di Pordenone, hanno definito che l’uomo ha eseguito tamponi e prelievi ricavandone ingenti compensi. Sulla scia dell’autista-infermiere, la Procura di Pordenone ha poi individuato altri due infermieri, anche loro sospesi dall’Ordine, che esercitavano abusivamente la loro professione sempre facendo riferimento all’operatore sanitario privato che li aveva reclutati. Adesso i tre infermieri sono stati deferiti e saranno sottoposti a giudizio di nuovo da parte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche. Inoltre, l’Autorità Giudiziaria del Friuli ha autorizzato a diffondere la notizia per il reato di “esercizio abusivo d’ufficio” a cui si aggiungono “truffa” e “interruzione di pubblico servizio”.