domenica, 28 Aprile 2024

Covid, effetti della pandemia sugli adolescenti: uno su 4 soffre di depressione e attacchi di panico

Secondo una ricerca pubblicata su Jama Pediatrics che ha preso in considerazione 29 studi su un campione di circa 80.000 giovani

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Se da un lato la curva dei contagi lentamente si raffredda, dall’altro cresce in maniera esponenziale la preoccupazione per la salute mentale dei giovani che, a quasi due anni dall’emergenza pandemica, diventano vittime attive di una situazione piĂą grande di loro. E così, privati di validi punti di riferimento, sprovvisti di una bussola in grado di orientarli nella magmatica realtĂ  contemporanea, i ragazzi appiattiscono le loro esperienze sul presente.

Secondo una ricerca pubblicata su Jama Pediatrics che ha preso in considerazione 29 studi su un campione di circa 80.000 giovani, attualmente, almeno un adolescente su 4 soffre di depressione e uno su 5 di attacchi di panico. L’adolescenza, di per sĂ©, è una fase particolarmente delicata poichĂ© caratterizzata da molteplici trasformazioni sia fisiche che psichiche. Pertanto, un qualsiasi cambiamento, può essere interpretato in maniera non del tutto positiva da parte dell’adolescente che, nonostante una certa fragilitĂ  di fondo, tende a mascherare ostentando aggressivitĂ  e violenza verbale. Pertanto, a conferma di ciò, il Covid-19 non ha fatto altro che enfatizzare queste fragilitĂ  debilitando, in qualche modo, la psiche dei ragazzi. E così, anche la propria abitazione, si è trasformata in una vera e propria “prigione dalle porte dorate”: bandita qualsiasi forma di contatto, una routine disagiante ha preso il sopravvento, dimostrando loro come quello di cui hanno potuto abusare fino a quel momento, ovvero social o qualsiasi altro tipo di tecnologia, non corrispondesse a ciò di cui realmente hanno bisogno.

Agli adulti, ai genitori e a tutte le figure responsabili (psicologi, psichiatri) del ripristino della serenitĂ  dei giovani, è dunque affidata un’enorme responsabilitĂ  alla quale nessuno può sottrarsi: chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, quanto piuttosto capacitĂ  di autoconsapevolezza nel voler rieducare la mente a una sana e proficua operositĂ  perchĂ©, inevitabilmente, quando si sta bene con se stessi, si riesce a star bene anche con gli altri.

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