Le cancellerie occidentali avevano definito queste elezioni una farsa e oggi respingono i risultati come “né liberi né equi”, una protesta cui si unisce anche l’opposizione siriana. Bashar al-Assad è stato rieletto per un quarto mandato come presidente della Siria con il 95,1% dei voti.
Gli sfidanti Abdullah Salloum Abdullah, ex vice ministro di gabinetto, e Mahmoud Ahmad Marei, membro della cosiddetta opposizione tollerata, hanno ottenuto rispettivamente l’1,5% e il 3,3% dei voti. I risultati sono stati annunciati dal capo del parlamento Hammouda Sabbagh in conferenza stampa: l’affluenza alle urne è stata di circa il 78%, con oltre 14 milioni di siriani partecipanti.
Una vittoria annunciata. Alle elezioni del 2014, al-Assad aveva ottenuto quasi l’89% dei voti. I manifesti elettorali che glorificano il presidente si erano moltiplicati nei due terzi del paese sotto il suo controllo in vista delle elezioni di mercoledì. I media statali riferiscono che migliaia di siriani si sono riuniti per festeggiare ancor prima del completamento del conteggio delle schede elettorali.
Secondo Al Jazeera, il voto è stato boicottato dal Consiglio democratico siriano, che amministra una regione autonoma ricca di petrolio nel nord-est, così come nella regione nord-occidentale di Idlib, teatro di proteste nella giornata di ieri. Una studentessa anonima ha denunciato alla testata che, il giorno del voto, molti universitari sarebbero stati costretti a votare: “Alcune università falliranno o addirittura ti espelleranno se non voti – ha detto- ma non importa; sappiamo tutti quali saranno i risultati perché queste elezioni sono solo uno spettacolo”.