lunedì, 29 Aprile 2024

Processo ad Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia di 1 anno e mezzo: verso l’infermità mentale. La sorella Viviana Pifferi “Non è affetta da nessun disturbo mentale

Presso la Corte d'Assise di Milano è in corso il processo ad Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire la figlia di un anno e mezzo.

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Ancora aperto il caso di Alessia Pifferi, 38 anni, colpevole di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di un anno e mezzo, lasciandola sola in casa per 6 giorni.

La donna, in carcere da luglio 2022 ‘, accusata di omicidio volontario, con premeditazione. Il Pm, Francesco De Tommasi, intenzionato a respingere l’istanza di perizia, dichiara la sua posizione contro l’imputata: “Non ci sto ad essere preso in giro, la signora non ha alcun problema mentale e ha avuto un atteggiamento scellerato nei confronti della figlia”. La donna, aveva dato risposte chiare ai giudici e si è dichiarata cosciente, quindi colpevole. De Tommasi sospetta di una manipolazione psicologica in carcere, dove la 38enne è stata sottoposta al test di Wais su QI, irrilevante per far scendere le accuse verso di lei.

Viene difesa dall’équipe psicologica del carcere di San Vittore, che la definisce ‘affetta da un ritardo mentale’, e avente ‘il quoziente intellettivo di una bambina di 7 anni’. Anche secondo la sua legale, Alessia Pontenani, il fatto dovrebbe costituire un attenuante, in quanto la donna non è padrona di sé, ma instabile ed incapace di rendersi conto degli effetti delle sue azioni: ‘Alessia non ha fatto nulla intenzionalmente. Era già capitato che se ne andasse di casa e lasciasse la figlia in casa da sola per 6 giorni e , quando tornava stava bene: l’ha fatto di nuovo, ma non c’era l’intenzione di ucciderla’.

La Corte d’Assise di Milano, presieduta da Mannucci Pacini, ha ritenuto necessario disporre di una perizia psichiatrica sullo stato mentale della Pifferi, in quanto indispensabile per poter “accertare la sussistenza o meno al momento del fatto della capacità di intendere e volere e la eventuale pericolosità sociale”.

Presenti anche Elvezio Pirfo, il perito esperto di ‘crimini familiari’, fra cui l’episodio fratricida di Alberto Scagni, che uccise la sorella e la psichiatra Annamaria Franzoni, componente dello staff sanitario del carcere.

Le dichiarazioni della sorella
Parla Viviana Pifferi, sorella di Alessia, appoggiando la posizione del Pm contro la perizia. Definisce la sorella ‘scaltra’ e capace di manipolare le situazioni a proprio favore, mentendo. ‘Non è affetta da nessun disturbo mentale’ e ‘stava bene fino a ieri, ora si parla di lei come se a stento riuscisse a muoversi. Quando succedono certe cose si fa sempre ricorso a qualche deficit’.

Durante il corso del processo, si scopre dei contatti fra la detenuta e Giulio Caria, colpevole di aver ucciso l’ex compagna. Pifferi avrebbe chiesto di avere un colloquio telefonico con l’uomo, dopo aver ricevuto una lettera dalla Sardegna, dove è detenuto.

 

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