venerdì, 3 Maggio 2024

Bologna, 43 anni dalla strage: cittadini e le autorità sfilano in corteo per ricordare le vittime del 2 agosto 1980. Persero la vita 85 persone e 200 furono i feriti

Alle 10:25 il minuto di silenzio in ricordo delle vittime che persero la vita a causa dell'esplosione che devastò la stazione di Bologna. Tra i presenti Stefano Bonaccini, Elly Schlein e l'attivista egiziano Patrick Zaki. Il Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage ha richiamato la necessità di una lettura univoca dei fatti, da ricondursi alle operazioni dei Nar di ideologia neofascista.

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Alle ore 10:25 i tre fischi di treno in Piazza Medaglie d’Oro hanno segnato il minuto di silenzio per le vittime di quella che viene ricordata come strage di Bologna: uno degli atti terroristici più duri che il popolo italiano ha dovuto affrontare nel secondo dopoguerra, nell’ambito di quella che viene definita come strategia della tensione. Nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio si è svolto l’incontro tra le istituzioni e l’Associazione dei familiari delle vittime, il cui Presidente, Paolo Bolognesi, ha tenuto un discorso di commemorazione. Tra i punti toccati nell’intervento sono emersi con decisione il collegamento tra la strage di Bologna e i successivi attentati del 1992/93, il desiderio di una sentenza di giustizia lucida e completa, che ancora non è stata raggiunta, nonché la denuncia delle alte protezioni politiche e mediatiche riservate ai Nuclei Armati Rivoluzionari. Bolognesi ha citato anche Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, esprimendo forte disappunto per le sue recenti dichiarazioni in sostegno alla tesi dell’annullamento del processo in primo grado di Cavallini; tesi esplicitamente dichiarata come falsa. Al nome del Ministro, la piazza ha innalzato un coro di fischi.

“Come fate al Governo a dire che è una strage fascista quando alcuni partiti hanno firmato per una commissione d’inchiesta su altre piste estere?“, chiede Bolognesi, rivolgendosi al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, presente come rappresentante dell’Esecutivo. “Così si crea solo confusione– ammonisce il Presidente dell’Associazione- non si può dire da una parte che è una strage fascista e dall’altra che sono stati i palestinesi. Mettetevi d’accordo nel Governo, i familiari vogliono parole chiare”. In risposta il Ministro dell’Interno ha sviluppato un discorso “generalista”, del quale Bolognesi si è dichiarato insoddisfatto. “Mantenere viva la memoria di queste vittime ma anche quella dei soccorritori è la chiave della speranza. Qui si deve e si può ricordare ai familiari delle vittime non sono soli“, queste alcune delle parole di Piantedosi.

Numerose sono state le voci che hanno offerto una riflessione durante questa giornata: Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, Matteo Lepore, Sindaco della città di Bologna, Elly Schlein, segretaria del PD. Si è unito al corteo anche Patrick Zaki, insieme alla sua professoressa Rita Monticelli, dichiarando di voler così esprimere la sua doverosa riconoscenza verso la città. Non sono mancate anche le dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha sottolineato l’impegno del corrente Governo per portare a termine la desecretazione degli atti e “per mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo“. L’instancabile ricerca della verità, come segno di impegno e coerenza democratica, è stata messa in luce anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha evidenziato come in questi casi sia messa in gioco la stessa credibilità delle istituzioni. “La città di Bologna, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano. E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzare i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese”

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