venerdì, 19 Aprile 2024

Pillolo maschile, Pompili: “Bloccherà per 24 ore gli spermatozoi e aprirà a nuove strade di libertà” – VIDEO

Come funzionerà il pillolo maschile? Se nella vicina Spagna hanno approvato la "legge trans", noi invece in che direzione politica e culturale stiamo andando? Ce lo ha spiegato la dottoressa ginecologa Anna Pompili, responsabile del servizio Ivg dell'Ospedale Sant'Anna di Roma, membro della Consulta di Bioetica e Consigliera Generale dell'Associazione Luca Coscioni.

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In America stanno sperimentando il pillolo contraccettivo maschile. Come funzionerà?
La sperimentazione del pillolo contraccettivo maschile c’è da tantissimi anni e non solo in America, l’Italia ha partecipato con il gruppo del professore Carlo Flamigni a uno studio multicentrico coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa ricerca è stata sospesa più volte ed è stata ripresa ultimamente. La contraccezione ormonale maschile si basa sull’inibizione degli ormoni che sono coinvolti nella spermatogenesi con formazione di spermatozoi non maturi, incapaci di fecondare, e di conseguenza un liquido seminale privo di spermatozoi. Recentemente si è parlato di un tipo diverso di contraccezione maschile non ormonale, ma si tratta di sostanze che non interferiscono con gli ormoni che regolano la spermatogenesi, ma agiscono su un enzima particolare, l’adenilciclasi solubile che interviene sulla motilità degli spermatozoi che devono potersi muovere per raggiungere le tube dove avviene la fecondazione. Si tratta di un contraccettivo che dovrebbe essere assunto prima del rapporto, con un’efficacia massima di 2 o 3 ore dopo la somministrazione. L’effetto complessivo sugli spermatozoi si esaurisce nel giro di 24 ore.

Che tipo di rivoluzione rappresenterà il pillolo?
Sarà senza dubbio importantissimo, perché solleverà le donne dal peso della contraccezione che fino a oggi ha gravato esclusivamente sulle loro spalle. Sarà una rivoluzione dal punto di vista culturale perché responsabilizzerà anche gli uomini e darà loro un ruolo che spesso è stato evitato ed è stato giustificato proprio sulla base degli stereotipi di genere. Anche gli uomini potranno liberarsi da questi modelli vecchi che pur sembrando rassicuranti, in quanto precisi e predeterminati, li ingabbiano, li imprigionano, li obbligano a comportamenti e pensieri prevedibili e scontati. Si tratterà di una rivoluzione culturale che aprirà strade di libertà per tutti.

In Spagna è stata approvata la “legge trans” che facilita il cambio di genere per i maggiori di 16 anni, riforma l’aborto libero, garantisce un congedo mestruale per le donne che soffrono di dismenorrea e sancisce la distribuzione gratuita di assorbenti e contraccettivi in scuole, enti pubblici e carceri. In Italia in che direzione politica e culturale stiamo andando?
Ho guardato con molta attenzione questa legge spagnola che mette, però, molte cose insieme. Senza dubbio approvo la gratuità della contraccezione e degli assorbenti nelle scuole. Devo dire che invece nutro molte perplessità sulla possibilità di cambiamento di genere una volta compiuti i 16 anni. Nella mia esperienza molte ragazze e ragazzi identificano come disforia di genere un malessere che è più generale ed è spesso più legato all’idea di femminilità e mascolinità e al significato che i giovani attribuiscono ad esse. Credo che in questi casi sarebbe meglio evitare di dare seguito a decisioni che cambiano la vita. D’altra parte le stesse evidenze scientifiche richiamate dall’Aifa in favore del trattamento con la triptorelina, che è il farmaco che blocca in qualche modo la pubertà, sono state messe in dubbio da più parti. In particolare è stata contestata proprio l’affermazione che negare l’accesso alle terapie ormonali esporrebbe ragazze e ragazzi transgender a un grave rischio suicidario, quando in realtà molti studi riportano l’esistenza di questo rischio anche nelle persone che si sono sottoposte alla transizione, anzi devo dire che alcuni studi riportano un aumento del rischio proprio dopo la transizione. Si tratta di argomenti molto fragili e credo che in età precoci bisognerebbe fare molta attenzione a prendere decisioni definitive. Non dimentico la vicenda di Keira Bell, una ragazza americana 22enne che ha fatto un processo di transizione ormonale poi seguito dalla chirurgia in Inghilterra. La giovane all’età di 20 anni si è sottoposta a una mastectomia bilaterale per cambiare idea due anni dopo, quando ha capito che il suo malessere non era in realtà legato al sue essere anatomicamente femmina. Credo che su questo tema dovremmo andarci in punta di piedi, togliere filtri ideologici da una parte e dall’altra, perché in mezzo ci sono le persone.


Nel caso in cui in Italia una donna decida di interrompere volontariamente la gravidanza cosa deve fare e a chi si deve rivolgere?… continua a leggere

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