Capelli scuri fino alle spalle e riga da un lato, così si è presentata in Kazakistan al Mondiale Sara Khadim, 25 anni, la campionessa di scacchi iraniana. Ha deciso di non indossare il velo e di sferrare uno scacco al re o, per meglio dire, al regime teocratico del Paese. Quest’ultimo però non tollera gesti simili dato che impone l’obbligo dello hijab quando si è fuori dai confini nazionali e non molla la presa. “Non avremo nessuna pietà per chi protesta in Iran, per chi si dimostra ostile nei confronti della Repubblica islamica”, queste le parole del presidente Ebrahim Raisi. Non si sa se Sara abbia intenzione di tornare a casa oppure sta architettando una via di fuga, non si sa le toccherà lo stesso destino dell’altra atleta che ha sfidato il regime: l’arrampicatrice Elnaz Rekabi. Dopo di lei, il mondo dello sport ha continuato a lottare, come la pattinatrice Niloufer Mardani, e anche quello dello spettacolo non è rimasto in silenzio. Alcune tra loro sono state rilasciate, altre sono ancora in cella come Taraneh Alidousti, una delle attrici iraniane più famose.
Scontri in città, ucciso attivista 17enne
Se le proteste sul campo da gioco non tardano ad arrivare, anche per strada c’è ancora spargimento di sangue. La ribellione non si ferma e la Polizia seda la massa a colpi di arma da fuoco. Nel mirino un attivista 17enne, Mehrdad Malek, è stato ucciso dalle autorità locali nel corso di un inseguimento in auto con una pattuglia. La denuncia arriva dai social da alcuni compagni che spiegano come il giovane stesse tornando a casa con un amico e la Polizia lo avrebbe raggiunto e ucciso.
