giovedì, 28 Marzo 2024

Crisi di governo, fiducia al Senato. La legislatura nelle mani di Mattarella: ipotesi voto 2 ottobre

La lunga giornata di dichiarazioni e votazioni al Senato per la fiducia al governo Draghi si è conclusa con 95 sì e 38 no. Il Senato approva.

Da non perdere

Una giornata lunga e nervosa, consumata sul filo dei tatticismi, dei retroscena, degli scambi di accuse tra dichiarazioni di voto o non voto. La crisi di governo è tutta qui, nel giorno più lungo della legislatura, quasi sicuramente l’ultimo. Alla fine contano i presenti e perfino o forse ancora di più gli assenti, tanto che per buona parte del pomeriggio il tema che ha tenuto banco è quello del numero legale, c’è o non c’è. Alla fine i numeri dicono che il Governo Draghi ottiene 95 sì e 38 no, il Senato approva. Ma la maggioranza di governo non c’è più, da un pezzo. Intorno alle 20:20 il premier dimissinario ha lasciato Palazzo Chigi, domani dopo il dibattito alla Camera, salirà al Quirinale per incontrare il Capo dello Stato. Questa volta il colpo di teatro delle dimissioni respinte non ci sarà.

Le operazioni preliminari

Dopo il termine della riunione dei capigruppo, sono iniziate a Palazzo Madama le operazioni preliminari relative al voto di fiducia nei confronti del governo Draghi, in particolare sulla risoluzione presentata dal senatore Pier Ferdinando Casini del gruppo autonomie e minoranze. Julia Unterberger, che fa parte dello stesso gruppo parlamentare dell’ex democristiano, è stata la prima a confermare la fiducia. Si sono susseguite le dichiarazioni di voto da parte dei gruppi parlamentari che stanno, di fatto, delineando le sorti dell’esecutivo. Il “Centrodestra di Governo” ha dichiarato che non parteciperà al voto. Anche il Movimento 5 Stelle sembrerebbe orientato sulla scelta di non partecipare. Per il voto, quindi, bisognerà verificare anche il numero legale.

La certezza

La crisi politica che attanaglia l’Italia e i timori sulla permanenza di Mario Draghi a Palazzo Chigi hanno provocato un crollo pesante per la borsa di Milano, che ha chiuso le contrattazioni in calo dell’1,6%. L’indice Ftse Mib ha terminato le contrattazione a 21.348 punti relegando la Borsa italiana a fanalino di coda tra quelle europee. Lo spread Btp-Bund chiude a 212 punti base. Il differenziale di rendimento tra titoli italiani e tedeschi si è ampliato di 8 punti base rispetto alla chiusura di ieri e di poco meno di 20 punti rispetto ai minimi della giornata, segnati dopo l’apertura di Draghi, nelle sue comunicazioni, alla prosecuzione del governo in presenza di un ampio sostegno da parte del Parlamento. Il rendimento dei Btp, il peggiore tra i titoli di Stato dell’Eurozona, sale di 6 punti base, al 3,37%.

Fiducia da parte di Insieme per il Futuro

Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al Governo ha dichiarato che se non si darà la possibilità all’esecutivo di continuare il suo lavoro a pagarne il prezzo saranno i cittadini e che gli effetti della crisi sarebbero devastanti. Aspre le critiche rivolte a Giuseppe Conte e al Movimento 5 Stelle denominato “il partito della crisi”. Ha concluso il suo discorso dicendo che un nuovo inizio è possibile e che varie forze politiche possano favorirlo al contrario di chi ha voltato le spalle agli italiani.

Fratelli d’Italia: “Superato ogni limite. No alla fiducia”

“Credo che abbiate superato ogni limite. Adesso basta, tiriamo una riga e andiamo oltre. Quello che accade, Presidente, noi glielo avevamo anticipato mesi fa, una maggioranza troppo litigiosa”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani. “Quello che è accaduto era inevitabile”, ha continuato. “Quelli che l’hanno applaudita stamattina, ha detto rivolto a Draghi, sono gli stessi che lo hanno boicottata quando voleva salire al Quirinale”. “Non le daremo  la fiducia”, ha concluso, “e lo faremo con coerenza e chiarezza”.

Italia Viva: “Conte e i 5 Stelle hanno voluto una crisi grottesca”

“Guardando al futuro, voteremo la fiducia  al presidente Draghi, consapevoli che oggi è l’ultima puntata del reality show. Grazie presidente Draghi per questi 18 mesi. Oggi o si va avanti con Draghi o si va a casa”. Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervenendo in dichiarazioni di voto in Aula al Senato sulla fiducia al premier Draghi: “Questa crisi grottesca e assurda voluta da Conte e M5S cade in un momento ricco di problemi. La democrazia è in crisi dal Regno Unito allo Sri Lanka, mentre siamo impegnati nelle nostre vicende partite da un termovalorizzatore, necessario, la guerra va avanti anche quando noi facciamo finta di non accorgercene”, ha concluso Renzi.

Misto-Leu: “Sì a fiducia, questione di responsabilità”

In aula la capogruppo del gruppo Misto-Leu, Loredana De Petris, ha annunciato il sì alla fiducia durante le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni del premier Mario Draghi: “A suo tempo non fu facile, ma votammo la fiducia al suo governo per affrontare la questione sociale e quella ecologica, che per noi sono legate. Questa crisi si doveva e si poteva evitare. Non ci siamo sottratti allora per dare il nostro contributo al Paese e non ci sottraiamo adesso”.

La nota congiunta del Centrodestra

“Forza Italia, Lega, Udc e Noi con l’Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del Consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore, Pier Ferdinando Casini, eletto dalla Sinistra. Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al capo dello Stato, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Mario Draghi, la disponibilità del Centrodestra di Governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul nuovo patto che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal Centrodestra di Governo in Senato”. Queste le dichiarazioni divulgate conuna nota congiunta del Centrodestra.

Partito Democratico: “La paura di lasciare il Paese senza guida è più forte della paura del voto”

“Non abbiamo paura del voto ma di lasciare il Paese senza guida nei prossimi mesi, che saranno mesi difficilissimi”. Così in aula al Senato la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, annunciando il sì alla fiducia durante le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni del premier Mario Draghi. “Ci sono momenti in cui vanno ammainate le bandiere di parte e va issata quella nazionale, oggi è uno di quei momenti perché ce l’hanno chiesto i cittadini italiani in questi giorni”, ha concluso la Senatrice.

Forza Italia: “Non parteciperemo al voto”

In aula al Senato la capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini, durante le dichiarazioni di voto ha affermato che il suo Gruppo Parlamentare non parteciperà al voto sulla fiducia posta dal Governo solo sulla risoluzione Casini”. Ha poi aggiunto: “Tutti noi abbiamo cercato di dare il nostro apporto per l’azione di governo, Forza Italia ha capito da subito la gravità dell’ora. La sua nota di biasimo ci ha un po’ toccati, visto che quando abbiamo fatto notare qualcosa lo abbiamo fatto con garbo. Noi siamo quelli che hanno rinnovato la fiducia per 55 volte al suo Governo, anche quando il risultato non ci soddisfaceva pienamente. Noi crediamo nel direttore d’orchestra, non crediamo negli orchestrali stonati. Avevamo chiesto una verifica giorni fa. Non siamo noi i responsabili degli sfarinamenti”.

Lega: “Non voteremo la fiducia”

Per il Carroccio ha preso la parola il senatore Stefano Candiani: “La lealtà della Lega non è mai venuta meno in alcun giorno del Governo. L’azione di questo Governo non si può reggere sull’inaffidabilità e occorre che ci sia una compagine di governo composta da persone serie. Non si può continuare dicendo che niente è successo e Madama la marchesa. Mi spiace per non aver sentito parole di certezza sull’immigrazione incontrollata, che magari fa fatica al Pd ricordare che siamo già a 34mila sbarchi e con un crescendo che sembra infinito e forse per incapacità di gestione del ministro dell’Interno”.

Movimento 5 Stelle: “Togliamo il disturbo, in 18 mesi smantellate tutte le nostre misure”

La senatrice Maria Domenica Castellone annuncia che il Movimento 5 stelle non parteciperà al voto e attacca: “Il voto di giovedì aveva certificato che la maggioranza c’era. Non accettiamo che le colpe della crisi siano addossato al Movimento. Abbiamo sempre parlato di un Governo di alto profilo che non si sarebbe dovuto schierare nettamente contro una forza politica come invece è stato fatto. Noi togliamo il disturbo”.

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