domenica, 28 Aprile 2024

Megan Whalen Turner: la saga “Il ladro della regina” diventerà una serie tv su Disney+

La saga dell'autrice Megan W. Turner diventa una serie tv, in uscita in Italia il secondo volume per Fanucci editore.

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Il secondo volume della saga dell’autrice Megan Whalen Turner, “La regina di Attolia”, è stato presentato durante la seconda giornata del Salone del libro, in vista dell’uscita della Serie tv per Disney Plus.

Per evitare gli spoiler l’autrice si è sbilanciata molto poco sul secondo volume, ma ha delineato perfettamente “Il ladro”, primo volume con i suoi punti di forza.

Eugenides, il Ladro della Regina, può rubare qualsiasi cosa, o almeno così dice. Ma la troppa sicurezza, si sa, fa brutti scherzi: colto in flagrante, viene arrestato. Per riconquistare la sua libertà, Gen riceve un’insolita proposta dal magus del re di Sounis; deve unirsi a una spedizione per recuperare il leggendario Dono di Hamiathes, una pietra che si dice sia nascosta in un elaborato labirinto sotto un fiume. Costretto, Gen accetta senza remore. Il viaggio all’inizio è irto più di pericoli psichici che fisici: il magus e gli altri uomini del re – il soldato Pol, gli aristocratici Sophos e Ambiades – lo insultano per il suo basso rango e la scelta della professione, negandogli persino cibo e cure mediche adeguate. Ma Gen non si dà per vinto: dentro di sé sa bene qual è la sua vera missione.

L’idea nasce da un viaggio in Grecia compiuto dall’autrice, lei era alla ricerca di un’ambientazione di cui innamorarsi, sapeva esattamente che come sfondo ci sarebbe stato il Phanteon e gli dei. Dopo questo viaggio alla Turner era tutto chiaro, la Grecia era l’ambientazione che cercava.

“Il ladro” si focalizza sul viaggio, ma anche sui vari elementi psicologici. Le caratteristiche dei vari personaggi e soprattutto di Gen sono ben delineati dall’inizio e si evolvono anche se alcuni tratti caratteriali sono duri a lasciare indietro.

Tra i vari personaggi l’autrice sembrerebbe essere attaccata a tutti, anche a quelli cattivi e più brutti. Alla fine la loro storia, ognuna di esse, a detta dell’autrice era da “raccontare”.

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