venerdì, 26 Aprile 2024

Alessandria, giudice nega domiciliari a detenuto malato di Sla. La figlia: “Non riesce nemmeno ad allacciare le scarpe”

Un uomo di 45 anni, detenuto nel carcere di Alessandria, ha fatto richiesta di domiciliari dopo che gli è stata diagnostica la Sla. Il Tribunale di Asti ha però rigettato le richieste presentate dal legale.

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Secondo i medici le condizioni di salute di Maximiliano Cinieri, affetto da Sla Sclerosi laterale amiotriofica, sono incompatibili con la vita in carcere. Di questo avviso non è però il giudice del Tribunale di Asti, che ha rigettato tutte le richieste di scarcerazione. A confermare la posizione del giudice Giorgio Morando, è stata una nota del presidente del Tribunale di Asti, Giancarlo Girolami, secondo cui c’è “piena compatibilità” tra le condizioni di salute del detenuto e la permanenza in carcere.

La Sla diagnostica

Maximiliano Cinieri, 45 anni, si trova in carcere da agosto 2021, per scontare una condanna a otto anni per estorsione. A dicembre 2021, gli è stata diagnostica la Sla. I primi sintomi della malattia, avvertiti un anno prima, sono stati certificati da referti medici solo a dicembre. Secondo il dottor Gianluca Novellone, la sua malattia è “una sicura condanna a morte” perché si tratta di “una forma neurodegenerativa del I e II motoneurone di tipo midollare e bulbare“.

Le condizioni del detenuto sono peggiorate in fretta. Anche il medico del carcere Don Soria di AlessandriaRoberto Carbone, nella relazione di fine marzo ha diagnosticato una situazione di “grave infermità fisica“. Inoltre, il dottor Carbone sostiene che “il carcere non è la collocazione idonea per un detenuto con le sue caratteristiche cliniche“. Oltre alla Sla, Cinieri è affetto da una serie di patologie che rendono il suo quadro clinico ancora più complesso. Queste le valutazioni effettuate dal primario della neurologia dell’ospedale di Alessandria, Luigi Ruiz e dal professor Umberto Manera, specialista del Cresla di Torino, centro specializzato nel trattamento della Sla.

La decisione del tribunale di Asti

L’avvocato di Cinieri, Andrea Furlanetto ha proposto impugnazione, dopo che il Tribunale di Asti ha rigettato la richiesta di scontare la pena ai domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. Il Tribunale del riesame ha respinto l’impugnazione e confermato la decisione del gip. “È fuorviante ed errato quindi asserire che il Gip si ostina a tenere in carcere una persona che, a detta di tutti i medici, non vi dovrebbe stare per le condizioni di salute, come è fuorviante una ricostruzione parziale dei fatti, che ometta la notizia più importante”. Il Tribunale ha poi aggiunto che “la decisione del gip si fonda su una perizia medica d’ufficio di organo super partes ed è stata confermata dal Tribunale del riesame di Torino“.

La figlia di Cinieri: “Non è in grado di allacciarsi le scarpe”

Intanto, la figlia di Maximiliano Cinieri, Valeria ha lanciato un appello affinché il padre possa essere trasferito ai domiciliari. “Non è in grado di allacciarsi da solo le scarpe, come si può sostenere che sussista il pericolo di fuga o di reiterazione del reato? Stanno togliendo a mio padre ogni dignità. Lui in carcere piange, dice che ogni giorno in più lì dentro è un giorno in meno con la sua famiglia“. Nelle interviste rilasciate, Valeria Cinieri evidenzia come al padre serva seguire percorsi di fisioterapia che in carcere non sono accessibili. “Sono le uniche cure che potrebbero rallentare una malattia che non ha cura, ma lui non può averli“, ha poi concluso.

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