mercoledì, 8 Maggio 2024

Livorno, “Ebreo di merda devi morire nel forno”: 12enne aggredito da due ragazzine di 15 anni

A ridosso del 27 gennaio, Giornata della Memoria, un episodio agghiacciante e inaccettabile

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Historia magistra vitae, la storia è maestra di vita, ma non per tutti. Due ragazzine di 15 anni hanno aggredito fisicamente, con sputi, calci e botte in testa, e verbalmente un ragazzino di 12 anni perché ebreo. Sembra d’essere tornati nel passato. Riponiamo fiducia in queste generazioni che sono quelle del futuro, ma aleggia ancora la parte buia della storia. Agli sgoccioli del 27 gennaio, Giorno della Memoria, quel ragazzino è stato umiliato e deriso. È accaduto il 23 gennaio al parco Altobelli di Venturina Terme, Campiglia Marittima (Livorno), dove le due ragazzine prima avrebbero attirato la sua attenzione con sgradevoli frasi come “ebreo di merda, devi morire nel forno” per poi incalzare “tu devi stare zitto perché sei un ebreo”: ogni parola è stata accompagnata da una percossa fino ad arrivare a colpirlo con degli sputi. È evidente che le due conoscano perfettamente il passato, le frasi utilizzate non sono state dette a casaccio ma per ferire, questo è ancora più grave: la consapevolezza e la lucidità con cui hanno aggredito mettono i brividi e non devono essere giustificate per la loro “tenera” età.

Il padre del ragazzo, affranto perché non si aspettava di proteggere suo figlio da questo tipo di “accuse”, ha chiamato il Comune per informare la sindaca Alberta Ticciati. Chi ha preso la chiamata è rimasto senza parole, invaso da “sconcerto, commozione e solidarietà”, questo -e non solo- si legge da un post pubblicato dalla pagina Facebook del Comune di Campiglia Marittima. La sindaca ha subito contattato il padre del ragazzo e dopo aver condannato aspramente il comportamento delle due ragazzine dice che: “Mi confronterò tra oggi e domani con le Forze dell’Ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata. Questi atti, pericolosi e inaccettabili, vanno stroncati subito”. Continua ponendo l’accento sulla Storia perché questa è “una situazione incredibile, da pelle d’oca” e per questo motivo non permetterà che l’episodio resti impunito ma “è necessario andare avanti sull’accaduto con la fermezza che la sua gravità richiede”. Esprime ancora profonda solidarietà, “tutta la comunità è con loro”, e poi conclude con una forte presa di posizione “contro la violenza, contro la discriminazione, contro l’orrore che questi atti suscitano. Stop all’antisemitismo”.

Da tutta questa vicenda, il ragazzo e suo padre sono ancora fortemente scossi; ciò che fa rabbia è l’omertà, è il silenzio, è la stasi. Nessun ragazzo si è messo in mezzo, nessuno. Un 12enne aggredito in quel modo tra l’indifferenza della gente. “Non abbiamo dormito, non riesco a darmi una spiegazione a questo gesto. Non riesco nemmeno a parlarne, mi viene da piangere. Sinceramente non mi era mai accaduto niente di simile”, questo dichiara il padre del ragazzo. Sfortunatamente non è la prima volta per il ragazzino subire una discriminazione simile, perché già in passato, come racconta il padre, quando era alle elementari (ad oggi frequenta la seconda media) aveva trovato il disegno di una svastica e un paio di scarpe con scritto dal 39 al 42 nei messaggi che si scambiavano con gli altri ragazzi. Prontamente aveva informato i genitori, si fa sempre appello ai più grandi in queste circostanze, ma per quanto riguarda l’ultimo episodio “non mi fermo”; infatti, ha informato subito la sindaca per dare anche risonanza alla gravità del gesto e non solo. Sono stati informati la dirigente scolastica Maria Elena Frongillo, la Comunità ebraica di Firenze che informerà quella di Livorno. Provvederà anche a denunciare perché “non ci si può voltare da un’altra parte, questi episodi vanno condannati e denunciati. Non si può scherzare con una cosa così tragica. Forse anche i genitori devono comprendere cosa è stato fatto da queste due ragazzine”. Il silenzio genera silenzio, questa vicenda deve fare tanto baccano affinché nessuno più dimentichi.

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