giovedì, 25 Aprile 2024

Patrik Zaki, scarcerato ma non assolto: davanti alla corte a febbraio

Patrick Zaki sarà scarcerato, ma non assolto. Questa la decisione del giudice durante la terza udienza tenutasi oggi a Mansura.

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Patrick Zaki sarà scarcerato, ma non assolto. Questa la decisione del giudice durante la terza udienza del processo allo studente del GEMMA che dovrà ripresentarsi davanti alla corte il prossimo 1 febbraio. Al momento non si sa quando Zaki uscirà dal carcere, se oggi stesso o nei prossimi giorni. “Abbiamo appreso che la decisione è la rimessa in libertà ma non abbiamo altri dettagli al momento”, ha dichiarato la legale Hoda Nasrallah.

Nell’aula del Palazzo di Giustizia di Mansura presenti anche due diplomatici italiani. Con loro sarebbero entrati anche diplomatici di Stati Uniti, Canada e Spagna che partecipano al monitoraggio UE dei processi egiziani per il rispetto dei diritti umani e civili, su richiesta dell’Ambasciata italiana insieme a un avvocato della Delegazione dell’Unione Europea e un legale di fiducia della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo. In aula sono presenti anche i genitori di Zaki con i quali sembra che un diplomatico italiano si sia intrattenuto brevemente.

Patrick Zaki, presente per 4 minuti fuori dalla gabbia dell’aula, è apparso debilitato e si dondolava stando in piedi. “Bene, bene, grazie”, sono state le poche parole rivolte alla delegazione italiana che ha chiesto come stesse poco prima dell’udienza. Hoda Nasrallah, la legale che segue la difesa per conto della Ong Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), avrebbe presentato oggi alcune richieste aggiuntive quali l’aver accesso a tutte le prove, i filmati e i verbali che fanno parte dell’inchiesta a carico dello studente del GEMMA.

Mohammed Hazm, amico e attivista della campagna #FreePatrickZaki, ha raccontato che Zaki sarebbe stato portato in una cella senza bagno 48 ore prima del processo: “Questo spostamento ci preoccupa molto perché quel carcere è noto per le torture e per i maltrattamenti che vengono regolarmente inflitti ai detenuti”, ha detto Hazm. Lo stesso Patrick avrebbe avvisato i genitori del suo trasferimento alcune settimane fa e si temeva una possibile permanenza nella struttura di Mansoura anche dopo l’udienza di oggi. La prassi del sistema carcerario egiziano prevede che, dopo il trasferimento, ai detenuti venga negato l’invio e la ricezione di lettere e visite, anche da parte dei familiari e dei legali dell’imputato. Inoltre, pare che Zaki sia stato picchiato dalla polizia al suo arrivo nel penitenziario, notizia smentita successivamente da Mohammed Hazm.

 

 

 

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