venerdì, 26 Aprile 2024

“Voleva visitarmi online”: denuncia molestatore che si finge ginecologo e trova altre 25 vittime

È in continuo aumento il numero delle vittime contattate da un presunto ginecologo, tramite numero privato, che pone domande intime sulla vita sessuale e richieste di webcam in cui bisogna spogliarsi per verificare online l'attuale stato di salute.

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“Siamo poco più di 25 vittime, segnalate in un solo giorno” – così Noemi De Vitis, 24 anni di Tricase, inizia il suo post sulle sue pagine social, Facebook ed Instagram. Sono 25 le testimonianze di ragazze residenti in Puglia ma anche di altre parti d’Italia che, come Noemi, sono state molestate per telefono. Lui, un uomo che si è finto ginecologo, tramite una telefonata con un numero privato, ha insistentemente chiesto alle sue vittime dettagli imbarazzanti della loro vita intima e sessuale. Per poi arrivare ad una richiesta assurda: fare una webcam per finire la consulenza medica, farle spogliare e verificare il loro stato di salute. Quel “merdoso” – così lo definisce Noemi – conosceva tutti i loro dati personali: date di nascita, numeri privati ed addirittura il numero dei loro luoghi di lavoro. Quella ragazza è riuscita a fermarsi in tempo, evitando il peggio ma non tutte hanno avuto o hanno la sua stessa lucidità. Per questo va fermato e va denunciato perché dietro quelle telefonate si nasconde un “disgustoso” tentativo di molestie sessuali.

“Si è presentato come un medico, di cui non trovo traccia sui social. Conosceva la mia data e luogo di nascita e mi ha chiesto se avessi fatto delle analisi ginecologiche a Tricase negli ultimi mesi, per poi avvertirmi di un’infiammazione che non mi era stata comunicata” – fin qui tutto verosimile, forse quello era realmente un medico ha pensato Noemi. Poi la cosa è degenerata: le domande intime aumentavano, così come i dettagli sulla sua reale infiammazione. La sua richiesta di fare una videochiamata su Zoom o Hangout era alquanto strana. Lui ha lasciato la webcam spenta, lei no. Lui ha chiesto di mostrargli le sue parti intime, lei si è rifiutata ed innervosita. Lui forse non è veramente un ginecologo ma conosceva tutti i suoi dati e quelli delle altre vittime. Lui è un mostro, lei una ragazza che per fortuna si è fermata in tempo. Ma non tutte hanno la forza di farlo. Per questo bisogna denunciare perché violenza è violenza sempre: la parola può essere violenza nel momento in cui danneggia una parte della nostra vita. Alcune lo hanno fatto, altre ci hanno provato ma nessuno ci ha creduto perché le Forze dell’Ordine sono state superficiali: “Al mondo di porci ce ne sono un sacco” – così alcuni poliziotti hanno “giustificato” l’accaduto. Ma se come dice Noemi “denunciamo, se raccogliamo tutte le testimonianze in una sola denuncia allora forse non penseranno più che è inutile”.

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