Belen è di nuovo mamma e per far nascere la sua secondogenita Luna Marì sceglie l’ospedale di Padova. Il lavoro di equipe che il 12 luglio ha portato alla luce la piccola è stato eccellente, ma la Cgil denuncia: “Un’ala del terzo piano, dove era ricoverata a Belen, è stata chiusa e completamente riorganizzata, una mobilitazione da clinica privata, non giustificata per una struttura pubblica come l’ospedale di Padova”.
“C’è qualcuno che è nato adesso”, è questo l’annuncio fatto da Belen con una storia su Instagram in cui pubblicava la foto di una gambetta con scarpina rosa. La donna sudamericana all’interno dell’ospedale era stata vista già nei giorni precedenti al parto, per le varie visite con la sua ginecologa, la dottoressa Alessandra Andrisani. Proprio per essere più vicina all’ospedale di Padova aveva affittato una villa nell’isola privata di Albarella, del gruppo Marcegaglia. Tutto il reparto si è messo in moto.
“Abbiamo avuto diverse segnalazioni. Si è dovuta organizzare una vera e propria macchina per tutelare la privacy di una celebrità che ha scelto Padova per partorire” ha detto Alessandra Stivali, della Fp Cgil, “Ci risulta che un’ala del terzo piano, dov’era ricoverata Belen, sia stata chiusa e riorganizzata. Quello che noi pensiamo però è che si tratta pur sempre di un ospedale pubblico, dove il personale è stato costretto a spendere energie per riorganizzare un intero piano oltre che per contenere la presenza di paparazzi. Insomma per delle necessità specifiche non giustificabili”.
Nelle chat dei dipendenti del reparto di Ostetricia e Ginecologia è stata diffusa la foto di un cartello: “Causa Belen, disattivati i pulsanti del terzo piano degli ascensori”. Significato: terzo piano esclusivamente riservato alla showgirl.