Una ventina di lavoratori hanno accolto con bordate di fischi e il coro “Vergogna, vergogna dove eravate?” il Ministro del lavoro Andrea Orlando, recatosi all’ex Ilva di Cornigliano (GE) per incontrare l’rsu nella sala del consiglio di fabbrica. Sul posto era presente un folto numero di Forze dell’ordine.
Orlando ha affermato di aver “spiegato la posizione ai lavoratori” e di aver “ascoltato le loro ragioni”. Ciò nonostante si è trattato di un incontro freddo tra i lavoratori e il Ministro, la Rsu ha fatto ancora presente a Orlando la propria “rabbia” per la distanza che nei giorni scorsi hanno percepito da parte delle istituzioni. Al ministro “abbiamo ricordato – ha commentato il leader della Rsu Palombo – che i lavoratori non sono solo forza lavoro ma sono anche esseri umani che hanno famiglia, sentimenti, passione e a volte una presa di posizione forte serve anche a rincuorare gli animi che invece sono stati rincuorati solo dalla solidarietà tra di noi”. L’incontro al Mise previsto per l’8 luglio “non è casuale – ha proseguito Palombo – perché è attesa per il 30 giugno la convocazione del cda con l’ingresso dei nuovi membri nominati dal governo”.
Inoltre la Fiom-Cgil ha chiesto al governatore Giovanni Toti la restituzione della felpa con la scritta ‘FIOM’ che gli era stata regalata nel 2016 in seguito alla manifestazione dei metalmeccanici per far rispettare l’accordo di programma del 2005.
L’invito è stato formalizzato con una lettera aperta: “Per noi la felpa della Fiom non è solo ‘una felpa’, ma un simbolo equivalente a una bandiera. In questi giorni sono apparse sue improvvide, gratuite e anche gravi dichiarazioni nei confronti della Fiom, dei suoi seimila iscritti e dei lavoratori. Le confessiamo che ci siamo domandati il perché e l’unica risposta che ci siamo dati è un’esigenza elettorale per sviluppare il suo piccolo partito. Le sue dichiarazioni non meritano una nostra risposta – termina la missiva -, tuttavia è evidente che hanno fatto venire meno quell’unità dialettica e con rammarico dobbiamo constatare che restano solo gli opposti. Pertanto siamo per cortesia a chiederle di restituirci la felpa della Fiom, ci dica lei quando e dove”.
In precedenza Andrea Orlando si era presentato in prefettura a Genova per incontrare i sindacati e le istituzioni sulla vertenza ex Ilva. Ha spiegato di aver chiesto all’azienda “che si soprassedesse” alla cassa integrazione per l’ex Ilva di Cornigliano, chiarendo che “La richiesta non è stata accolta”. “Siamo nell’ambito del galateo istituzionale – ha proseguito -, quando si passerà ad esaminare la congruità del provvedimento, cosa che il ministro può fare solo quando la cassa è stata attivata con le risorse proprie, vedremo se ci sono gli strumenti per contestare quella scelta”.
“Non mi sembrava utile riferire pubblicamente che la richiesta di soprassedere alla cassa integrazione per l’ex Ilva di Cornigliano era stata rifiutata, perché avrebbe aumentato la tensione. È evidente che tra le priorità della proprietà attuale non c’è quella di far diminuire la tensione sociale. Non credo che dare pubblicamente la notizia avrebbe migliorato clima”, ha sottolineato Orlando.
“C’è la volontà del Governo di investire sull’acciaio. Lo stabilimento di Genova mantiene una dimensione strategica, saremo impegnati a mantenere questa dimensione strategica”, ha proseguito, chiarendo, Orlando.
L’incontro dell’8 luglio al Mise “Ci può dare strumenti in più, eventualmente, per contestare la scelta della cassa integrazione se risulterà, come a prima impressione, mi pare risulti in contrasto con l’ambizione di conquistare le quote di mercato”.
“Mi auguro che il buon senso prevalga. Se correttezza istituzionale non c’è stata da parte dell’azienda in attesa della riunione dell’8 luglio mi auguro che da parte sindacale ci sia”, ha comunicato il Prefetto di Genova, Renato Franceschelli, al fine della riunione con il ministro Orlando sulla questione ex Ilva. “Pur mantenendo l’attenzione – ha detto Franceschelli – mi auguro ci sia la disponibilità ad aspettare. Il ministro è stato molto chiaro sull’impegno del governo a presentare un piano industriale degno di questo nome. Mi auguro che tutti abbiano questa ‘predisposizione all’ascolto”.
“Quando ci si siede attorno a un tavolo ed è presente il Governo è un buon segnale di attenzione, che spero raffreddi le tensioni e riporti un clima di dialogo. L’incontro fondamentale sarà quello dell’8 luglio, quando cominceremo a ragionare di un piano industriale e quindi di livelli di occupazione e ovviamente dell’utilizzo di aree molto importanti per la città di Genova, oggi certamente sottoutilizzate dal punto di vista occupazionale”, ha comunicato il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.
Da oggi è scattata la cassa integrazione ordinaria per gli oltre 900 lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano, su disposizione dell’azienda “in assenza – dicono i sindacati – di crisi di mercato”. Al tavolo non partecipa la Fiom che si è detta “indisponibile a partecipare a passerelle elettorali” ed ha sottolineato che “la presenza del ministro è tardiva”.
Il Ministro è arrivato, a causa del traffico sulla A12, con circa un’ora di ritardo sull’orario dell’appuntamento.
Questa mattina i lavoratori si sono riuniti in assemblea in prossimità dei cancelli della fabbrica per decidere ulteriori modalità di protesta. “Non abbiamo vinto perché non abbiamo avuto alcuna sponda, ma se queste giornate ci hanno visto lontano dalla politica ci hanno visto uniti come lavoratori. Ora è il momento di raccogliersi e ragionare per valutare i prossimi passi che saranno lunghi e complicati”. Armando Palombo, coordinatore dell’rsu dell’ex Ilva di Cornigliano ha riassunto così di fronte ai lavoratori riuniti in assemblea davanti ai cancelli, le tre giornate di scioperi e cortei, con le tensioni nei pressi dei palazzi delle istituzioni per insorgere contro la cassa integrazione ordinaria. Oggi i lavoratori rientrano al lavoro “Ma da domani, giorno per giorno, decideremo cosa fare” spiega. In assemblea, oltre al segretario della Fiom Stefano Bonazzi, hanno parlato i delegati di Fim e Uilm Nicola Appice e Fabio Ceraudo. L’assemblea si è aperta con l’intervento di Simona Nieddu della Filcams Cgil a ricordare le ripercussioni sulle lavoratrici della mensa della cassa integrazione degli operai, e i delegati dei portuali savonesi. Per loro gli operai dell’Ilva hanno organizzato una vera e propria ‘cerimonia’ di benvenuto con scambio di maglie e gadget sindacali, dopo lo sciopero proclamato dai camalli per impedire che venisse scaricata a Savona una chiatta dirottata da Genova proprio per lo sciopero in corso a Cornigliano.
Intanto, ad oggi, le lettere di cassa integrazione non sono arrivate: “Questo significa che al momento la cassa integrazione continua a funzionare con le regole precedenti della cassa Covid, che garantiscono la rotazione e le 10 giornate di lavoro per ciascun operaio. Se arrivassero le lettere con condizioni ulteriormente peggiorative vedremo come rispondere. Intanto abbiamo dichiarato lo stato di agitazione da oggi all’8 luglio”.