Le dichiarazioni dell’ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, non lasciano dubbio sul contesto in cui maturarono le stragi italiane del ’92-’93 e sul coinvolgimento di una figura sovversiva legata agli ambienti di estrema destra e in combutta con la mafia: “A marzo del 1992 Ciolini, un uomo vicino ai Servizi e alla estrema destra viene arrestato e gli trovano un’agenda con numeri della Cia, della Dea americana. A un certo punto scrive una lettera al giudice istruttore di Bologna, annunciando una nuova strategia della tensione e annunciando l’omicidio di un politico della Dc e che da maggio a luglio ci sarebbero state una serie di esplosioni finalizzate alla creazione di un nuovo ordine deviato massonico. Otto giorni dopo, viene ucciso Salvo Lima“.
Il fine ultimo sarebbe stato la messa a punto di progetto eversivo volto a destabilizzare le istituzioni, grazie alla collaborazione di esponenti della mafia e della politica corrotta.
Secondo quanto dichiarato da Scarpinato, infatti, “Ciolini disse che il piano era della mafia, della Ndrangheta, della massoneria e della destra eversiva e aggiunse che ci sarebbe stata una seconda fase per distogliere l’opinione pubblica dall’impegno contro la mafia”. Come conseguenza di questo obiettivo, sopraggiunsero le stragi del ’93.
Stagione delle stragi, ex pg di Palermo: “Estrema destra e mafie a braccetto”
Ciolini la figura eversiva di destra implicata nelle stragi del '92 e poi, di riflesso, del '93.